Tre incontri che mescolano sport e dittature latinoamericane. E’ la piccola ma densissima rassegna ideata da Fabio Bracci e Paolo Bruschi e organizzata in collaborazione con Leftlab. Si chiama “¡Ganamos!” (abbiamo vinto), come “l’urlo con il quale il torturatore Jorge “Tigre” Acosta annunciò ai detenuti della famigerata “Escuela de mecanica de la armada (Esma) la vittoria dell’Argentina nella finale del mondiale 1978 contro l’Olanda”, si legge nella presentazione.
Il primo appuntamento, mercoledì 24 febbraio nei locali di Aut alle 21, si chiama “La prima guerra del football. Il calcio, l’America Latina e le dittature militari”. Dove “la prima guerra del football”, così la chiamo il giornalista Ryszard Kapuscinski, è quella lampo tra Honduras e El Salvador in un’America Latina dove il calcio non è solo passione popolare ma “alimento dei regimi e delle dittature militari – si legge nella presentazione – abili a strumentalizzare il fenomeno per reprimere il dissenso e manipolare le coscienze”.
L’11 marzo invece si parlerà di Cile. “Il golpe cileno: la partita più patetica della storia e l’insalatiera insanguinata” affronterà due precisi momenti del rapporto tra dittatura cilena e sport. Il primo sarà, appunto, la partita che vide il Cile (21 novembre 1973) scendere in campo a Santiago contro avversari inesistenti. Doveva essere i russi dell’Urss, che rifiutare però di giocare per protesta contro il golpe avvenuto un paio di mesi prima. Il secondo riguarda invece l’Italia e la protesta in occasione della finale di Coppa Davis che si tenne in Cile nel 1976. In quell’occasione, il tennista Adriano Panatta scese in campo con una maglietta rossa.
L’ultimo appuntamento, in programma il 23 marzo, sarà dedicato ad un’altra dittatura, quella Argentina, e ad un altro evento sportivo, il mondiale di calcio del 1978. “Ruud Krol scrive alla figlia, o forse no: Argentina 1978, i mondiali dei desaparecidos” racconta di Jorge Carrascosa, il capitano della squadra argentina, che non si prestò alla propaganda del regime di Videla. L’Argentina conquistò il suo primo titolo mondiale ai danni dell’Olanda, orfana di Cruijff che rifiutò di partecipare perché temeva per la propria incolumità personale.
Foto anteprima: un momento dell’incontro tra Argentina e Olanda – Wikipedia.