“Ciao, è la colpa di non so chi” cantava Lucio Dalla in quella “Ciao” considerata da molti il suo ultimo grande successo (1999) e ciao, a Prato e all’associazionismo pratese, è quello che si preparano a dire i tipi di Artefatti dopo 16 anni di onorata carriera. Lo faranno il 26, 27 e 28 febbraio con appunto il “Ciao Festival” (leggi il programma), una manciata di concerti e incontri per chiudere in bellezza l’associazione.
Trovare una motivazione all’addio, anzi al ciao, è tuttavia difficile o, meglio, sfuma in un ambito delicato come quello degli ideali. “Non chiudiamo perché non ci sono i soldi o le motivazioni per andare avanti – spiega infatti Davide Del Campo, presidente dell’associazione – chiudiamo perché sono cambiate molte cose: innanzitutto non è stato ricambio generazionale per esempio, e questo è dovuto al fatto che sembrano spariti gli ideali con cui era nata l’associazione “Artefatti”. Volevamo cambiare le cose e volevamo farlo insieme agli altri seguendo un principio di solidarietà che adesso sembra sparito”. “Adesso ci sembra di capire che le associazioni impegnate in eventi musicali o teatrali abbiano perso qualcosa – aggiunge Ingrid Grasso – cioè quella spinta militante che ti faceva muovere e organizzare cose senza per forza l’appoggio di questo o di quell’altro ente, quella spinta che ti manda avanti nonostante l’assenza di risorse, insomma”. E poi, ancora: “Non è pessimismo o boria – aggiunge Del Campo – ci siamo resi conto che la partecipazione attiva specialmente dei più giovani non è più codificata, per questo ci sembra che l’associazionismo come partecipazione ci sembra, tranne qualche rara eccezione, una specie in via d’estinzione”.
E proprio intorno a questi principi e allo stato di salute dell’associazionismo pratese verterà uno degli appuntamenti più attesi del “Ciao Festival”. “E’ stata morta un’associazione”, questo il titolo (ironico ndr) dell’appuntamento in programma il 27 febbraio, cercherà infatti di capire come “lo strumento associativo possa ancora oggi, nel mondo della rete virtuale, incentivare la partecipazione spontanea ed autogestita, soprattutto dei giovani, nella società” spiegano. Silvia Bacci modererà il dibattito tra il vicesindaco Faggi e l’assessore alla cultura Mangani, oltre al presidente del Pentolone Leonardo Borsacchi e ai rappresentanti dell’associazione. Un incontro voluto per ribadire un concetto, quello dell’aderenza reale con la città, che l’associazione “Artefatti” ha cercato fin dalla nascita. Basta scorrere l’elenco delle iniziative organizzate per rendersene conto.
“Artefatti” è stata la prima associazione a individuare in piazza dell’Università, tristemente nota oggi come playground dello spaccio, uno spazio perfetto per gli eventi. “Era uno spazio enorme lasciato a se stesso già nel 2005 quando organizzammo la prima edizione di Jazz University – spiega Ilaria Londi – una manifestazione pensata proprio per quella cornice, così come i successivi “Blues University” e le tre edizioni di Musicomica degli anni successivi, anni in cui non esisteva in nessun’altra città italiana un festival di musica comica”. Un altro esempio potrebbe poi essere la “Bisenziana“, l’ultima rassegna culturale di un certo peso organizzata nei giardini della Passerella, oppure la Folk Festa all’anfiteatro di Santa Lucia o la gestione iniziale della Gualchiera di Montemurlo, che ne rilanciò le attività.
“Abbiamo organizzato tra le altre cose una cinquantina di concerti – spiega Del Campo – piccole, grandi soddisfazioni. Il “Ciao Festival” vuole essere un modo per salutare tutti ma anche per far vedere e ricordare cosa siamo riusciti a dare alla nostra città, una cosa in cui non saremmo riusciti – sono orgoglioso di dirlo – senza l’aiuto e i consigli fondamentali di Francesco Carnevale, che è stato la figura di riferimento per tutte le associazioni di quel periodo. Un periodo particolare – conclude – dove quel “concetto di rete” che oggi si sente ripetere così spesso funzionava davvero, surclassando il mero opportunismo”. Così, anche a distanza di anni, sono cominciati a piovere video di ringraziamento come questo qui sotto, di Pacifico. Ciao.