La collezione del Centro Pecci si arricchisce di 47 nuove opere grazie al comodato decennale di opere facenti parte della collezione di Alessandro Grassi. “Il nuovo comodato rappresenta un segno di riconoscimento al lavoro svolto per valorizzare la collezione del Centro Pecci, ma soprattutto un segnale di fiducia per lo sviluppo e la promozione del patrimonio d’arte contemporanea di Prato e della Toscana” ha spiegato il conservatore del Centro Pecci Stefano Pezzato.
Il comodato comprende un corpus di 35 opere e un portfolio di 12 fotografie di Andy Warhol che vanno ad arricchire la collezione del Centro Pecci, “integrandola soprattutto nel nucleo di ricerche artistiche sviluppate fra gli anni Ottanta e Novanta, quando il Centro Pecci, nel 1988, ha dato avvio all’attività espositiva e alla raccolta del suo patrimonio permanente” si legge nella nota inviata ai giornali. La collezione del Centro Pecci vanta adesso più di mille opere realizzate negli ultimi 50 anni.
Alcune nuove opere
– un grande arazzo realizzato a quattro mani da Alighiero Boetti e Mimmo Paladino.
– opere significative degli esponenti della Transavanguardia Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi e Mimmo Paladino
– uno dei celebri dipinti su piatti dei primi anni Ottanta di Julian Schnabel
– due dipinti di Salvo della metà degli anni Settanta.
– Quattro importanti tele di Mario Schifano fra cui il Grande quadro equestre italiano (1980)
– Cinque tavole dipinte fra metà anni Ottanta e Novanta da Gino De Dominicis.
– un ovale “balinese” di Luigi Ontani (1995-96)
– una piccola scultura policroma del tedesco Markus Lüpertz (1990),
– due grandi ritratti su tela dell’americano Alex Katz (del 1989 e 2000),
– un grande dittico a olio dell’americano David Salle (2003).
– un dipinto “anti-fotografico” dell’americano Neil Jenney (1970).
– una nota definizione concettuale della serie Art as Idea as Idea di Joseph Kosuth (1968).
– la celebre icona di Jacqueline al funerale di J.F. Kennedy di Andy Warhol (1964).
– 12 fotografie in bianco e nero di Andy Warhol (edizione del 1980).
– due “fotografie d’arte” di William Eggleston (1973; 1999/2000).
– una veduta on the road di Stephen Shore (1974).
– due interni di Nan Goldin (1986; 2001), due esterni di Wolfgang Tillmans (1994).
– una grande composizione fotografica di Gilbert & George (1988).
– una stampa cromogenica di David Fischli & Peter Weiss (1992/2000).
“Alessandro Grassi – spiega il Centro Pecci – è nato a Prato nel 1942, trasferendosi con la famiglia a Milano dove è cresciuto e si è affermato come imprenditore nell’ambito industriale degli inchiostri tipografici; è scomparso a Forte dei Marmi nel 2009. Dagli anni Ottanta è stato uno dei collezionisti d’arte contemporanea più significativi nella stagione del cosiddetto ritorno all’espressività pittorica e della ripresa figurativa. Dall’inizio ha acquisito opere della Transavanguardia, allargando quindi il proprio interesse alla pittura postmoderna prevalentemente dell’area tedesca e nordamericana”.
“Negli anni Novanta si è appassionato a grandi artisti internazionali avviando, parallelamente alla pittura, una importante raccolta di fotografia d’arte. Negli stessi anni ha sostenuto anche la giovane pittura italiana – aggiunge la nota – La prima pubblicazione su questa particolare Collezione privata è stata curata da Maria Cristina Mundici e presentata da Achille Bonito Oliva nel 1993”.