È successo che, con il mio collega di scrittura Ferruccio, abbiamo cominciato l’anno scorso ad andare a un laboratorio di scrittura. A Prato. L’ambiente fiorentino completamente saturo, ai reading non c’era posto neanche in quinta fila, ci avevano escluso anche dalle letture di poesie organizzate dalle scuole medie secondarie.
La prima volta che siamo andati eravamo emozionati, siamo partiti con la macchina di Ferruccio e ci siamo presentati al laboratorio di scrittura vagamente in ritardo. Per l’occasione, così da non creare equivoci al riguardo, ci siamo presentati con barbe lunghe di due mesi (alla Tolstoj per intenderci) e pesanti pastrani che arrivavano fino alle ginocchia. Facce lugubri. Così per mettere tutti a loro agio, là al laboratorio. Non abbiamo detto niente tutto il tempo, stavamo in fondo a massaggiare le nostre rispettive barbe, e poi ce ne siamo andati.