Da giovedì 26 a domenica 29 novembre al Teatro Metastasio c’è Scandalo, un testo inedito e mai rappresentato in Italia di Arthur Schnitzler cui, insieme agli attori della compagnia stabile del Teatro del Friuli Venezia Giulia (Filippo Borghi, Adriano Braidotti, Federica De Benedittis, Ester Galazzi, Andrea Germani, Lara Komar, Riccardo Maranzana), danno voce Stefania Rocca e Franco Castellano diretti da Franco Però.
Ambientato all’inizio del Novecento e focalizzato su spietatezza e violenza nei salotti della ricca borghesia viennese, il testo dello scrittore austriaco, datato 1898, è la storia di una emarginazione: Toni – interpretata da Astrid Meloni – è una ragazza di una classe sociale povera che fa innamorare il ricco rampollo di una famiglia e da lui aspetta un figlio. Ma il giovane muore e lei resta a far parte di una famiglia che non la vuole, non la accetta, la osteggia e la considera una “diversa”.
Esattamente come ai tempi del drammaturgo viennese, anche oggi imperversano nei rapporti i sospetti, l’esclusione e il rifiuto per l’“altro”, come spiega Stefania Rocca, che sulla scena interpreta il ruolo di Emma – cognata del capofamiglia : “Il testo è bellissimo perché ci mette di fronte dinamiche sentimentali attualissime, anche se non è un testo moderno. La ragazza, Toni, potrebbe essere una immigrata, una tunisina, una araba… Verso di lei prima fingono di essere gentili, tolleranti, poi però quando dovrebbero accettarla dentro la famiglia si scatenano le reazioni, la paura innanzitutto perché, esattamente come gli immigrati, anche Toni è una che scombina l’assetto ordinato dei principi e della morale di quell’ambiente, le sicurezze in cui ci rinchiudiamo. Emma, il mio personaggio è l’unica che prova, pur stando dentro le convenzioni, a sfidarle ma poi finiscono per schiacciarla, e il suo sarà un destino di grande frustrazione”.
Schnitzler racconta questa storia con grande e crudele lucidità, ma lo fa sempre in punta di penna, con leggerezza, con un dialogo veloce e brillante, e solo alla fine ci rendiamo conto del disegno perfetto di questo, quasi inconsapevole, atto criminoso.