“Io diverso da lui? No. Abbiamo entrambi 14 anni”. Eccola la frase che racchiude il significato di “Tutta la mia città. Le seconde generazioni risorse di cittadinanza per l’integrazione”, un progetto che l’associazione La Lunga Domenica dell’Oratorio di Sant’Anna di Prato sta portando avanti assieme ad altre 15 città italiane. Venti adolescenti pratesi, fra i 13 e i 14 anni, espressione dei vari popoli che convivono a Prato, lavoreranno insieme a un progetto che mira a raccontare “Tutta la mia città”, appunto, una città che viene da lontano e che ha tutta l’intenzione di andare lontano, in pace, armonia, e voglia di ascoltare, arricchendosi grazie alle differenze. Un’iniziativa che si basa proprio sui principi dell’accoglienza, della solidarietà, dell’uguaglianza, sui quali si fonda l’intera comunità occidentale e che, oggi più di prima – dopo il dramma di Parigi – vanno difesi e protetti, coltivandoli. “Siamo scossi, ma la migliore risposte alla violenza è andare avanti, senza paura, evitando che il terrore sgretoli le nostre certezze – ha commentato il vicesindaco, Simone Faggi, aprendo la presentazione del progetto – Questa progettualità nata a livello nazionale da un’idea dei Salesiani Per il Sociale e che coinvolge altre 15 città, è finanziata dal Ministero del Lavoro perché dare voce alle diversità arricchisce e rende la società migliore, – spiega Faggi -. Questo gruppo di giovani non fa che enfatizzare quanto Prato vive ogni giorno. Si tratta di seconde generazioni per le quali il fatto che i propri genitori abbiano origine straniera è solo un dettaglio. Prato è fatta di diversità, questa la sua ricchezza”.
E a dimostrazione di quanto questo progetto sia importante per il Comune è stata la visita ai ragazzi anche dal sindaco, Matteo Biffoni.
“Tutta la mia città è partito a settembre con la formazione degli operatori e la selezione dei ragazzi – racconta Corrado Caiano – e dal primo dicembre entrerà nella fase operativa che durerà fino a giugno, quando le foto e i video girati dagli adolescenti daranno vita a una mostra e a un evento nel cuore di Prato. Lavoreremo con 8 ragazzi italiani da generazioni e con seconde generazioni figli di genitori albanesi, nigeriani, honduregni, pakistani, russi, marocchini, cinesi e della Costa d’Avorio e tramite loro cercheremo di arrivare a dialogare anche con i genitori, spesso vero zoccolo duro dell’inclusione”.
In cosa consiste con precisione? Nel filmare o fotografare la loro realtà, dalla vita in casa, alla scuola, passando per il tempo libero e lo sport, nel tentativo di ascoltarli e trarne spunti utili a plasmare gli spazi cittadini sui bisogni e le aspirazioni dei giovani. Questi video e le relative immagini saranno quindi discusse, montate e lavorate con l’aiuto di un tutor, Matteo Macrì: “Sarà molto divertente e tanto difficile – commenta -. Non intromettermi e non stravolgere i loro punti di vista non sarà semplice. Non vedo l’ora di lavorare con loro”.
“Il fine educativo, la sfida, è mettere il mondo degli adulti da parte, cedendo la scena completamente a loro, che sono il futuro prossimo della nostra società”, ha aggiunto Alba Aquilano, presidente dell’associazione. Capire come questi giovani vedono determinati spazi, aiuterà a pensarli in maniera diversa, evitando di ghettizzare ed escludere, puntando anzi sulla comunione e l’unità, favorendo l’interazione.
“Il Comune è ben cosciente del valore di questo progetto – ha quindi concluso il vicesindaco – ed è totalmente disponibile in ogni momento a interagire e a valorizzarla”. Nell’attesa di vedere i risultati del progetto a giugno, quando verrà allestita una mostra nello Spazio Valentini correlata da un evento di presentazione nel Giardino Buonamici, sarà possibile seguire le varie tappe del progetto sul blog specifico tuttalamiacittablog.wordpress.com