«E’ stato un duro colpo. La Regione faccia il possibile per aumentare i contributi stanziati», gli assessori alla Cultura Giacomo Mari (Poggio a Caiano), Fabrizio Buricchi (Carmignano), Giuseppe Forastiero (Montemurlo) e Primo Bosi (Vaiano) lanciano un appello contro i tagli alla Cultura pratese da parte della Regione Toscana, stabiliti recentemente. Un appello che arriva dopo il “cauto ottimismo” annunciato da Simone Mangani, assessore alla Cultura di Prato, dopo l’appello accorato del Metastasio per bocca del presidente della Fondazione Bressan e non appena è uscito lo “state tranquilli” della vicepresidente della Commissine Cultura della Regione, Ilaria Bugetti.
«Il forte ridimensionamento del contributo riconosciuto al Festival delle Colline di oltre il 50 percento da parte della Regione Toscana ci ha lasciati amareggiati, non ce l’aspettavamo. Le riduzioni dei finanziamenti, come oramai noto, non hanno riguardato solo questa rassegna, ma anche il Contemporanea Festival, il Metastasio, la Camerata strumentale, per rimanere sul territorio pratese, e numerosi altri festival ed istituzioni culturali del territorio toscano. Il rischio è concreto ed è quello di non riuscire più a mantenere l’esistente. Questi tagli arrivano sul bilancio 2015 e quindi a Festival concluso, su un assestato che era pressoché rimasto stabile da moltissimi anni, mettendo di conseguenza in difficoltà gli enti locali coinvolti.
E’ stato un duro colpo, ma sarebbe sbagliato farne solo una faccenda pratese. La questione riguarda tutta la Toscana, non ultimo per il fatto che, ovviamente, la fruizione degli appuntamenti culturali da parte dei cittadini non può essere contenuta all’interno dei confini amministrativi dei singoli Comuni. La cultura genera infatti un’eco vasta, che va al di là dei singoli territori. Per questo motivo ci sentiamo di condividere pienamente l’appello dell’assessore alla Cultura del Comune di Prato Simone Mangani, affinché la Regione faccia “il possibile e l’impossibile”, nonostante le difficoltà di bilancio, per aumentare i contributi stanziati con il decreto di pochi giorni fa. In questo senso, abbiamo accolto con piacere l’interessamento e le rassicurazioni in merito alla questione della vicepresidente Commissione Cultura regionale Ilaria Bugetti e confidiamo che ci possano essere presto delle risposte concrete.
Riguardo al Festival delle Colline, – continuano gli assessori – l’impegno di portare avanti questo importante progetto culturale, che ha festeggiato quest’anno la 36esima edizione, è stato negli anni condiviso e sostenuto un po’ da tutti i Comuni della Provincia di Prato: Poggio a Caiano, Prato, Carmignano, Montemurlo, Vaiano, Vernio, Cantagallo e qualche anno fa anche dal Comune di Vinci.
La scelta, rispettata ad ogni edizione, alla base del Festival è sempre stata quella di proporre una programmazione artistica che fosse di livello, mai “comoda”, perché i cittadini potessero fruire di buona musica, di nuove produzioni culturali, in luoghi straordinari del territorio pratese (tra i tanti, la Villa Medicea di Poggio a Caiano, la Rocca di Carmignano, il Museo Pecci di Prato, la Villa Giamari di Montemurlo, la Villa del Mulinaccio a Vaiano). Nella sua lunga storia il Festival ha ospitato artisti famosi o che lo sarebbero stati di lì a breve, come Battiato, Ramin Bharami, Esperanza Spalding, Caparezza, Vinicio Capossela, Bombino, Bollani, Marc Ribot… : ma la vera peculiarità del Festival è stata la realizzazione di produzioni originali che hanno talvolta coinvolto artisti locali assieme a grandi artisti affermati e prime nazionali. Il Festival delle Colline ha svolto quindi in questi anni la fondamentale funzione di far conoscere al suo pubblico la musica fuori dai circuiti commerciali di ogni genere, dal jazz alla classica, dal rock al cantautorato, mantenendo sempre prezzi d’ingresso più che popolari proprio, per la finalità pubblica dell’iniziativa, quel trasmettere e “fare cultura” che è crescita personale e lievito di una società.
Per capire se questo obiettivo sia stato perseguito nel tempo e se ancora il Festival svolga un’importante funzione di promozione culturale – concludono gli assessori -, riportiamo volentieri di seguito alcuni passaggi di una lettera pervenuta al Festival delle Colline lo scorso luglio, a rassegna in corso, da parte di uno spettatore:
“Caro Festival delle Colline, mi presento perché ci conosciamo poco. Ho 39 anni, una vita normale, una famiglia normale, un lavoro normale. Una cultura musicale pessima, cresciuta negli anni ’90 e per lo più filtrata dalle case discografiche […] Ma non sono una brutta persona, sono una persona curiosa, che non ha avuto dei buoni maestri probabilmente, ma aperta alla vita e alle cose nuove.
L’altra settimana sono stata al concerto al Pecci, Marc Ribot’s Ceramic Dog, ed è stata una serata favolosa. Musica bellissima, artisti bravissimi, atmosfera incantevole. Il tutto in una splendida cornice […]
Ti volevo ringraziare, Festival delle Colline, perché l’altra sera hai investito soldi ed energia perché io fossi un po’ migliore della “capra” che sono. Perché tornassi a casa e avessi voglia di consumarne altra, di quella musica bella. Perché guardassi il programma per scegliere il prossimo appuntamento. Perché mi salisse la voglia di caricare armi e bagagli e figli piccoli per coinvolgere anche loro in una esperienza nuova, diversa e non mediata. Perché io non sono una che se ne intende, ma sento quando le cose mi fanno bene. Non dovrebbe forse essere questo il senso del “fare cultura”?. Grazie ancora, ci vediamo domani sera. Porto i bambini“.