“Mi sento di rassicurare le istituzioni culturali pratesi che sono state colpite dai tagli regionali”. La vicepresidente della Commissione Cultura della Regione Toscana, Ilaria Bugetti, interviene così sulla questione dei grandi tagli ai contributi in sostegno della Cultura pratese. “Stiamo già lavorando sia per garantire lo storico alla Fondazione Metastasio, ossia i 650.000 euro, sia per ridare i 30mila euro negati alla Camerata Strumentale. Sul Festival delle Colline mi sento di dire che, nonostante le difficoltà di bilancio, proveremo a ridurre il dislivello dei fondi concessi rispetto al 2014″. Se nel 2014 al Festival delle Colline venivano concessi 22.800 euro, infatti, nel 2015 ne sono stati stabiliti solo la metà: 11.300.
Una dichiarazione importante che arriva dopo che ieri l’assessore alla Cultura del Comune di Prato, Simone Mangani, si era espresso definendosi contrariato per la mannaia usata dalla Regione, ma anche cautamente speranzoso in un ripensamento, e mentre esce l’appello a un ripensamento lanciato anche dal presidente della Fondazione Teatro Metastasio, Massimo Bressan.
“La Cultura, anche in Toscana, è e continua ad essere oggetto di sottrazione dell’impegno finanziario pubblico regionale – ha detto Bressan -. Siamo ben consapevoli della fase che il nostro paese sta attraversando, di grave crisi e di transizione della propria società ed economia. Ma pur nella consapevolezza di queste difficoltà generali, non riesco a comprendere la strategia che ha ispirato le decisioni in materia di finanziamenti regionali alle istituzioni dello spettacolo dal vivo della Toscana”.
“In particolare – prosegue – se consideriamo le scelte lungimiranti che negli ultimi anni hanno indirizzato il riordino del sistema regionale dello spettacolo, dal Patto Stato/Regioni alla nuova Legge quadro sulla cultura e, in ultimo, anche alla volontà di affermare la centralità del teatro toscano attraverso il riconoscimento (che ha visto il Comune di Prato e la Fondazione Teatro Metastasio in posizione dialettica con le scelte regionali) della Pergola come Teatro Nazionale. Dalla lettura della distribuzione delle risorse attualmente a disposizione sembrerebbe, però, che l’ingresso di un nuovo e prestigioso soggetto, come il Teatro Nazionale, piuttosto che rafforzare tutto il sistema, abbia portato la Regione a ridimensionare il sostegno delle reali eccellenze e generato, bruscamente e in modo del tutto contrario alle regole minime di una corretta gestione finanziaria (comunicando le proprie scelte solo a Novembre), l’interruzione del processo di riordino, indebolendo il policentrismo della produzione culturale e artistica, da sempre l’elemento di forza del modello toscano”.
Bressan precisa che il MET è dal 2015 il Teatro di Rilevante Interesse Culturale (TRIC) della Regione ed è stato per quasi venti anni il teatro stabile pubblico della Toscana. In questo ruolo, e oggi come Teatro di Rilevante Interesse Culturale (Tric) per mandato del MiBACT, il MET ha svolto e svolge il proprio ruolo, come da Decreto, con una “prevalenza regionale”. “Lo testimoniano – spiega – le relazioni con le maggiori istituzioni culturali e con gli organismi teatrali di tutta la regione; gli oltre 121.000 spettatori paganti nel 2014; le quasi 250 giornate recitative di propri spettacoli in sede ed in tournée regionali, nazionali ed internazionali e le 265 giornate di programmazione nei nostri quattro spazi teatrali; le oltre 12.000 giornate lavorative dei 156 artisti, tecnici e organizzatori, di cui circa il 20 per cento under 35, che rappresentano un importante presidio di occupazione qualificata in prevalenza toscana. Dietro tutti questi numeri c’è, inoltre, ed è noto a tutti gli appassionati ed esperti, un pezzo importante della storia del Teatro italiano ed europeo, una comunità metropolitana di spettatori che ci rinnova anno dopo anno la propria fiducia (ci avviamo anche quest’anno verso la soglia dei 2.000 abbonamenti), le competenze e la passione di tutti lavoratori del MET. Tutto questo è stato possibile anche per la volontà dei nostri Soci, che hanno affidato al MET la funzione di presidio culturale metropolitano e regionale”.
Il presidente della Fondazione aggiunge che proprio quest’anno che anche il Ministero ha finalmente riconosciuto il peso del nostro Teatro ed ha adeguato nel 2015 il proprio finanziamento (per troppi anni al di sotto di ogni ragionevole valutazione quali-quantitativa), riequilibrando così il rapporto con i più importanti Teatri italiani, “è difficile comprendere, aldilà delle oggettive condizioni del bilancio regionale, la decisione di un finanziamento 2015 al MET con una riduzione sullo storico di quasi il 40 per cento. E ancora più difficile – aggiunge – è spiegare la logica di una ripartizione dei fondi fra le diverse istituzioni teatrali, per così dire, squilibrata, soprattutto rispetto alle funzioni e ai ruoli svolti dal MET nel sistema regionale e nazionale. E’ infatti paradossale che il Ministero ci riconosca un finanziamento annuo doppio rispetto a quello della Regione quando dovremmo svolgere un ruolo centrale proprio in ambito regionale.
Crediamo – conclude – che a fronte della qualità, intensità ed innovazione della nostra attività, la Regione debba ripensare alla modalità con cui si è giunti, solo a fine anno, a determinare la distribuzione delle risorse per il 2015. Crediamo anche che ci debba essere un più chiara spiegazione dei criteri che hanno guidato fino ad ora l’azione regionale anche e soprattutto per recuperare quei margini temporali e finanziari che possono consentire di programmare efficacemente, ed in modo sempre più integrato con gli altri ambiti della società, le attività dello spettacolo”.