Mercoledì 4 Novembre – SABA ANGLANA in concerto – Cinema Odeon Firenze
“Auanagana?”, “Tarapia tapioca come se fosse antani?”. No signori, stasera non si esibisce sul palco del mitico Cinema Odeon di Firenze, ovvero il palco dove sfilano come modelli gli artisti francesi apprezzati diciamo per lo charme, una creazione del conte Raffaello Mascetti o un famoso dj degli anni ‘80. Si esibisce un’artista italo-somala, Saba Anglana, purtroppo non molto conosciuta al grande pubblico. Quali sono le peculiarità dello spettacolo stasera offerto dal bat-covo degli intellettuali fiorentini, che vedrebbero in lingua originale anche “Ricomincio da Tre” di Troisi? Facile: che Saba (che non è parente di quello che fabbricava le televisioni negli anni 80) oltre che essere bravissima è anche bellissima. Navigate, cercate sul tubo, controllate e iniziate a muovervi verso il concerto. Consigliamo quindi a tutti la partecipazione per via di questa bellissima artista, e siamo oramai sicuri che esista una commissione occulta delle rassegne ospitate all’Odeon inflessibile sulla selezione in termini estetici dei personaggi da ospitare sul palco, e ce ne dispiace magari per la pur brava Serra Yilmaz. Applausi a scroscio per questo posto: se Salsomaggiore Terme è il passato e Montecatini Terme il futuro, aspettiamo Miss Italia (nel mondo, ci mancherebbe), al Cinema Odeon.
Giovedì 5 Novembre – DEEP PURPLE in concerto- Nelson Mandela Forum
E’ il caso di dire che questo evento va presenziato al solo scopo di rendere tributo alla presentazione dell’evento stesso. Sulla band possiamo soffermarci, con rispettosa dovizia di particolari, indicando che i Deep Purple sono quelli di “Smoke on the Water”, che tutti sanno suonare alla chitarra, pure Marianna Madia; che sono quelli di “Hush”, che tutti conoscono per via della cover dei Kula Shaker e che sono quelli di “Made in Japan”, che non è un singolo degli Alphaville e nemmeno l’album live di “Elio e le Storie Tese”, band che apprezza i D.P. a tal punto da omaggiare la copertina del disco in questione. Dell’evento in questione parla perfettamente il sito ufficiale della struttura che ospita il concerto in questi meravigliosi e strombazzanti termini: “L’ultimo disco dei Deep Purple, “Now What?!”, considerato uno dei migliori album della band, ha riscosso un grande successo in diversi Paesi, tra cui Italia, Germania, Austria, Repubblica Ceca, Norvegia e Russia (dove è diventato disco d’oro).” Non entriamo nelle questioni relative alla hit parade teutoniche ed ex sovietiche, ma ci fa veramente incuriosire, fungendo da motore importantissimo, il grande successo riscosso in Italia. Effettivamente nel 2015 le apparizioni sui network nazionali e i passaggi sulle radio di questa band hanno messo sorprendentemente in sordina i concerti ed i singoli di U2 e Ligabue. Forse non siamo buoni ascoltatori o siamo solo distratti bifolchi da brutture incise. Aspettiamo di ricrederci al Mandela Forum, dove i presenti esploderanno nel mimare il riff monocorde da raduno scout di “Smoke on The Water”. Giubileo, o quasi.
Venerdì 6 Novembre – NEGRAMARO in concerto – Nelson Mandela Forum
E venne il momento della band-bersaglio perfetta. Come se Fabio Volo presentasse un romanzo alla Feltrinelli, come se Silvio Muccino fosse premiato per la regia a Berlino, come se Vittorio Sgarbi prendesse un Nobel. Cerchiamo di essere onesti: i Negramaro non sono una band vera e propria. Sono il gruppo di accompagnamento di Giuliano Sangiorgi, l’artista universalmente riconosciuto per le capacità onomatopeiche, che ha elevano al massimo livello la similitudine fra voce umana e l’emissione sonora che noi amanti dei felini conosciamo quando distrattamente calpestiamo la coda del nostro amato gatto. Inutile girarci intorno, questi ragazzi sono anche onestamente dotati, scrivono dei pezzi che funzionano. Certo, non sono passati in radio nel 2015 quanto i Deep Purple, però hanno un loro pubblico intelligente. Ci piace il pubblico dei Negramaro? BOH. Non è il momento né di sdoganare (che sarebbe un paradosso imbarazzante quasi quanto pensare ad Ignazio Marino pronto per nuove primarie nel PD), né di condannare. Ma se non condanniamo alla loro pochezza i Negramaro adesso, cosa potranno mai diventare? Niente di più che quello che sono adesso: una pop band perfetta, perchè sono del Sud. E lo spirito meridionalistico, lo stesso spirito che ha fatto sorridere a Novi Ligure per una battuta di Troisi o di Lino Banfi, fa guadagnare spettatori. C’è poco da fare. Accreditati, perché no. A pagamento, se solo in buona compagnia. Magari di un bottiglione di Negroamaro da 4 euro, vino inutile ma reso celebre negli anni 2000 quasi quanto il maledetto Nero D’ Avola, croce e delizia delle feste universitarie. Prosit.
Sabato 7 Novembre – LE OLIMPIADI DEL 1936 con Federico Buffa – Teatro Puccini
Dal vocabolario Treccani: SPREMERE – (2) In senso fig., sfruttare dal punto di vista finanziario (…) con altro senso, s. un impiegato, un dipendente e sim., sfruttarli il più possibile, costringendoli a un lavoro eccessivo. Il senso della serata al Teatro Puccini, che peraltro fa una operazione perfetta a portare sul palco il grande Federico Buffa, è forse questo. Federico Buffa è un grande giornalista dotato di una voce perfetta e di uno stile unico. Un autentico fuoriclasse della narrazione sportiva e non solo, con un curriculum che in confronto Fabio Caressa appare come Alessandro Di Battista davanti ad Aldo Moro. Federico Buffa potrebbe raccontarti ore e ore di basket o parlare dei problemi dell’organizzazione dei Mondiali di Calcio del 1970. Alla perfezione. Federico Buffa stasera parlerà delle Olimpiadi del 1936. Si, ok, sono quelle del 1936, importanti, quelle targate croce uncinata, ok. Importanti, terribili. Ma del 1936. Ma insomma, fateci godere con i gol di Paolo Rossi raccontati da Buffa, altro che Olimpiadi del ’36. Che altrimenti alla prossima chiamiamo Brian Eno per dirigere la Turandot, i Kraftwerk a suonare per il Papa e boh, già che ci siamo, facciamo condurre a Louis C.K. il prossimo Festival di Sanremo. Intanto noi andiamo, che Federico Buffa è un fuoriclasse davvero. Fate voi.