“Persona che protegge e talvolta finanzia poeti e scrittori“. Questa la definizione di “mecenate” che possiamo trovare sul dizionario Treccani. E questa la figura cui ha pensato il Governo varando l’Art Bonus, un insieme di misure che permetterà anche ai singoli cittadini di donare/sostenere/proteggere le opere d’arte italiane.
Il Governo ha cominciato ieri da Prato un lungo tour nelle città italiane. “L’Art Bonus è una scommessa per il Governo, una sfida che portiamo avanti insieme agli enti locali e ai cittadini – ha spiegato il sottosegretario ai Beni Culturali Francesca Barracciu – Uno strumento attraverso il quale vogliamo inserirci e influire sulla valorizzazione diretta dei beni culturali e allo stesso tempo un mezzo importante per incentivare l’economia attorno al patrimonio culturale di ogni singola città. Prato vive di attività imprenditoriali importanti e ha un patrimonio artistico e culturale unico, che necessita di essere valorizzato – ha aggiunto – Oggi qui vogliamo piantare un seme e far capire a tutti, cittadini, imprenditori, istituzioni, l’importanza di questo strumento per il risveglio, la valorizzazione e la tutela dei beni culturali della propria città”.
Come funziona
“L’Art Bonus rappresenta un’autentica rivoluzione nell’ambito della cultura – si legge nella nota stampa – singoli cittadini e aziende che sostengono beni culturali pubblici, istituti e luoghi della cultura, tramite erogazioni liberali in denaro, hanno diritto ad un credito d’imposta pari al 65% dell’importo della donazione. Chiunque, sia un singolo cittadino che un’azienda, può sostenere interventi di manutenzione, protezione e restauro di monumenti, edifici storici e opere d’arte; musei, biblioteche, archivi, aree e parchi archeologici, complessi monumentali, fondazioni lirico sinfoniche e teatri di tradizione; infine la realizzazione di nuove strutture e il potenziamento di quelle esistenti, di enti o istituzioni. Anche Prato quindi, così come avvenuto in altre città italiane, prende atto delle novità della legge del 29 luglio 2014 voluta dal Ministro della Cultura Dario Franceschini”.
“L’art bonus è una vera e propria rivoluzione per il mondo dei beni culturali italiani e ha già coinvolto 685 mecenati con 188 beneficiari e quasi 25 milioni di euro donati. Ma ancora molto si può fare – hanno aggiunto Carolina Botti e Ettore Pietrabissa di Arcus -. Prato è un comune in grande sviluppo opera nella regione più artistica d’Italia, ha bisogno di lanciare la propria arte e siamo convinti che anche i cittadini siano pronti ad intervenire”.
Cosa si può “proteggere” a Prato
Il Comune di Prato ha selezionato cinque progetti di restauro della città, tra i quali i cittadini sono chiamati poi a sceglierne uno, che sarà oggetto di raccolta fondi tramite l’Art Bonus.
- La ristrutturazione del Monte dei Pegni per ampliare gli spazi espositivi di Palazzo Pretorio;
- Il recupero dei locali degli ex Macelli pubblici e nello specifico la realizzazione di un nuovo ingresso e la ristrutturazione della zona bar e della parte dell’ex frigo;
- Il restauro dell’Edificio Gamberini al Centro Pecci;
- Il recupero e restauro di Palazzo Marini che ospita la scuola di musica Giuseppe Verdi e che in futuro potrebbe ospitare anche la Camerata Strumentale Città di Prato;
- Il restauro della facciata del Castello dell’Imperatore.
I progetti saranno presentati alla cittadinanza dall’assessore al Patrimonio Valerio Barberis insieme ai tecnici del comune, durante tre incontri pubblici, che si terranno nella Sala Ovale di via Ricasoli alle 21. Il 22 ottobre sarà presentato il progetto di riqualificazione del Centro Pecci. Il 5 novembre quello di Palazzo Martini e degli ex Macelli. Il 10 novembre al centro dell’incontro invece ci saranno il Castello dell’Imperatore e Palazzo Pretorio.
Entro metà dicembre verrà individuato il progetto e inizierà la raccolta, che sarà verificabile e tracciabile, grazie ad una rendicontazione mensile.