Martedì 15 Settembre – David Gilmour – Ippodromo del Visarno
Ricominciano le scuole a singhiozzo, ricominciano le assemblee proclamate dai sindacati Confederati dei docenti (non quelli nordisti dell’Unione in casacca blu, intendiamoci) che tanto piacciono ai genitori ed alle bambinaie. Ricomincia la nostra avventura sugli eventi della Firenze da vivere. L’estate è andata bene, tragedie metereologiche a parte. Il calciomercato della Fiorentina, brillante e ricco come il palinsesto di RaiTre nel 1982, ci ha regalato il ruolo di simpatica comprimaria alle grandi, tipo l’Olanda nell’ Unione Europea o Lello Arena nei film di Troisi.
Arriva a Firenze un evento musicale imperdibile, un evento andato esaurito in un tempo attestato intorno al 14 secondi netti, lo stesso tempo di inizio polemica per Renzi presente alla premiazione degli US Open. L’evento in questione rimanda ai grandi misteri dell’umanità e della logica umana. Rimanda per esempio a Damon Hill campione del mondo di automobilismo nel 1993, rimanda al Festival di Sanremo in cui si premiava Povia. Ma c’è qualcosa in più, stavolta. C’è la non consapevolezza del pubblico nei confronti di questa specie di capoclasse del rock. David Gilmour è il compagno dietro che ti passava i compiti senza avere capito la lezione. O meglio, la lezione lui l’aveva capita molto prima di Syd Barrett, il suo amico scemo d’infanzia. David se ne stava buono fino a quando quest’ultimo non sapeva più distinguere un cacciavite da un microfono. Era il suo momento, e lo sapeva: una simpatica culata ed un solo di chitarra con tre note lo avrebbe portato nel 2015 a fare concerti esauriti.
Forse solo Roberto Giacobbo ci potrebbe dare la chiave di lettura del concerto di questo signore. Fatevi un selfie e condividetelo, fortunati eletti, ammesso che l’alone esoterico non blocchi i vostri telefoni in mezzo a questo raduno dei templari del rock.
Mercoledì 16 Settembre – Lindy Hop in Florence – Off Bar
Il prepartita per l’Europa League della Fiorentina non è male. All’ OFF Bar, locale ancora aperto nonostante l’estate si appresti a finire, va di scena una specie di Grease de noattri. Lindy Hop, nome da ragazza facile di Reno nel 1959, non è altro che un progetto secondo il quale bisogna tornare a ballare come negli Stati Uniti pre-Kennedy: niente male, quantomeno non era ancora arrivato il fenomeno Woodstock e le ragazze si truccavano ed indossavano il reggiseno. La serata sarà sicuramente divertente, anche se è fortemente sconsigliata ai portatori di lesioni al menisco e patologie composite al coccige.
Chi non balla potrà comunque bere qualcosa al bar, che per l’occasione servirà soda, cola o whisky e magari osservare i partecipanti con lo stesso delle spirito delle famiglie che vedono tutti gli anni in Normandia arrivare orde di professionisti a fare finta che il secondo conflitto mondiale non sia mai finito. Durante la serata pare sia certa l’estensione della sindone dell’accappatoio di Elvis dopo un concerto a Las Vegas nel 1973, o l’esposizione in teca degli stivaletti di Adriano Celentano usati per il Festival dell’Urlo del 1961 a Roma.
Giovedì 17 Settembre – Che! Tango Project – Ditta Artigianale
La mitica Ditta Artigianale, locale ggiovane, alla moda, in dimensione Milano-Expo-Style (“diamo un nome retrò come una torrefazione o un calzolaio e poi facciamo più o meno come gli altri”), propone stasera lo spettacolo perfetto per il prototipo “coppie de sinistra trentenni”: il tango.
Tralasciando la questione degli spazi, che crea lo stesso problema in questo contesto dell’organizzare un dj set dei Daft Punk alle Giubbe Rosse, la questione pertinente è quella del ballo. Il “tango” è la riprova che i tempi cambiano: grazie all’operazione, peraltro non voluta, dei registi intelligenti spagnoli, questo ballo diventa il collante per le coppie politicamente militanti per ritrovare un’intimità forse persa in casa fra un talk di Floris, un disco di Silvestri e un filmato di Guzzanti visto su Youtube. Il tango, danza cosndierata anni fa come fascista e un po’ sessista, diventa il mezzo di scambio della sensualità acculturata alla Almodovar incrociato al machismo caposseliano con venature meridionalistiche. Applausi per il locale, ruffiano ma coraggioso. Occhi puntati sulla clientela, che speriamo non intervenga in espadrillas e pantaloni corti.
Venerdì 18 Settembre – Whisky Trail – Obihall
L’Obihall riapre i battenti con un evento cardine dell’adolescenza di tutti noi. Un punto epocale, che ha lasciato alla generazione fiorentina degli anni 90 un dubbio irrisolto. Una domanda simile a quando solamente a 34 anni pensi al perché i cantanti facciano stage diving dal palco anziché suonare, o peggio ancora quando dal cassetto di casa dei tuoi ripeschi la maglietta con scritto sopra “Silvia Baraldini libera”. La questione di stasera, il dubbio atavico, postumo e forse spicciolo, è il seguente: ma perché l’Irlanda? Che ce ne frega a noi dell’ Irlanda?
L’irruente e forse cafona domanda matura in questo giovanile happening musicale a base di canti tradizionale irlandesi, a cui TUTTI i fiorentini, una volta perlomeno hanno assistito, è questa. San Patrizio è lontano, lo sappiamo. La risposta è forse una fervente domanda di avvenimenti mondani da parte della professoresse di lettere delle scuole medie? Forse. I mariti, magari diplomati, hanno assistito il giorno prima ala partita Fiorentina-Basilea in Maratona e le signore non possono non rendere pan per focaccia. Intuiamo poi che per riaprire una stagione di abbonamenti a teatro, un certo teatro, ci voglia una spinta forte e settembrina verso la dottrina bertinottiana dei pantaloni verdi di velluto a costine e dalle spese eque e solidali. Con la bordata di freschezza degli Whisky Trail vi auguriamo una buona serata, sicurissimi che a Cork per San Gennaro si festeggerà con la musica di “Carmine e i suoi ragazzi”.
Sabato 19 Settembre – Cirk Fantastik – Parco delle Cascine
Dopo Quark in TV, Diabolik nei fumetti, Kubrik al cinema, c’era un mondo dove non la lettera K non era arrivata. Il circo. Ed ecco pronti gli italiani, e non solo, ad usare la mitica K dell’oKKupazione e di Kossiga, per definire questo spettacolo innovativo: il circo senza animali, una sorta di 2.0 dello spettacolo, come Sanremo senza Pippo Baudo o l’Italia senza Pizzul alla telecronaca.
E non dite che ci avevano pensato prima i francesi con “Le Cirque du Soleil”, che quella è la versione per gli animalisti filantropici tipo la Bardot o la Ripa di Meana.
L’ idea ci fa allegria. Non ci saranno gli animali, che tanto li possiamo vedere in splendida forma allo Zoo di Pistoia oppure in televisione (nei documentari o nei talk show de La 7), o meglio sui libri che la tv si sa, è un po’ borghese. Noi ci andremo, perché ci fa simpatia un evento di questo tipo. Ovviamente all’ingresso dichiarandoci tutti con una K nel nome, che non si sa mai.