Come sta l’arte contemporanea italiana? Quali sono i suoi grandi limiti? Da tutta Italia arriveranno a discuterne a Prato. La ridotta partecipazione di artisti italiani all’ultima Biennale di Venezia ha nuovamente messo in luce come l’arte italiana abbia difficoltà ad affermarsi sul piano internazionale e a competere allo stesso livello degli altri paesi. Molte volte ci si è interrogati sulle ragioni di questa situazione, attribuendola di volta in volta a una mancanza di risorse, di volontà politica o di capacità di creare il cosiddetto “sistema”. E se il problema invece venisse (anche) dall’interno del mondo dell’arte italiano? Da questa considerazione è nata l’idea di dar vita a un Forum, a una collettiva assunzione di responsabilità da parte di tutti gli operatori del settore, senza l’ambizione di arrivare a grandi riforme legislative o a cambiamenti epocali, ma per far sì che l’arte contemporanea assuma un ruolo preminente anche nelle politiche nazionali.
Per questo il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, la cui riapertura è prevista per il prossimo anno, ha deciso di organizzare il primo Forum dell’Arte Contemporanea Italiana (il 25,26,27 settembre a Prato) per fare il punto sul “sistema arte in Italia” e intraprendere significativi cambiamenti nel sistema dell’arte stesso. E lo fa chiamando a Prato tutti gli operatori del settore in una tre giorni di dibattiti. Direttori di musei e di fondazioni, galleristi, artisti, critici, storici, curatori, collezionisti, mecenati, imprenditori, direttori di testate specialistiche, docenti delle accademie pubbliche e private cercheranno di far luce sull’attuale situazione del nostro sistema dell’arte, arrivando a formulare proposte concrete per migliorarlo e renderlo competitivo a livello internazionale.
Il Forum, che si avvale di un comitato promotore formato da Ilaria Bonacossa, Anna Daneri, Cesare Pietroiusti, Pierluigi Sacco, insieme a Fabio Cavallucci, direttore del Centro Pecci, sarà costituito da una serie di tavoli, formati ciascuno da un coordinatore e da diversi relatori, ognuno dei quali cercherà di proporre soluzioni percorribili, a partire da una serie di questioni e temi definiti.
L’intervista a Cavallucci.
Come, ad esempio, la mancanza di strategie condivise nella promozione degli artisti italiani; i complessi rapporti tra pubblico e privato; la messa in discussione dei meccanismi di nomina del curatore del Padiglione nazionale alla Biennale; la debolezza degli artisti italiani nel mercato internazionale; la mancanza di dibattito critico. Alla fine delle tre giornate il Forum ha l’obiettivo di trarre una prima sintesi, dotandosi di alcuni principi che fungano da “guida”, e che possano facilitare tutti gli addetti a mettere a frutto strumenti utili per migliorare il sistema. Il Forum sarà solo l’inizio di un percorso che seguirà nei mesi successivi per chi condividerà gli obiettivi e le proposte fatte nei tre giorni di discussione e confronto.