“Dal disagio nasce sempre qualcosa di speciale”. Con questa frase Niccolò Fabi commenta la caldissima serata di ieri, paragonando i gradoni bollenti dell’anfiteatro Pecci a una sua serata in Sudan, durante il concerto assieme agli GnuQuartet all’interno dell’anfiteatro del Museo Pecci, già sold out in prevendita. Prima di lui, come antipasto, la cantautrice Cecilia, che ha presentato il suo disco per arpa e voce.
Dopo il tour con Gazzè e Silvestri, il pubblico del cantautore romano coi capelli ricci aveva voglia di ascoltare ancora una volta i suoi più grandi successi. E Niccolò Fabi non si lascia attendere: Oriente, Offeso, Il Negozio d’antiquariato, E’ solo un uomo, Lasciarsi un giorno a Roma, Vento d’estate, Costruire, E’ non è, Lontano da me, Una Buona Idea, Ecco, La Promessa…
Non manca un omaggio alla sua ultima avventura: canta in solitaria “L’amore non esiste” e le altre due canzoni che portano la sua firma all’interno de “Il padrone della festa”: “Canzone per Anna” e “Giovanni sulla terra”. Niccolò Fabi si diverte, scherza col pubblico, alternando il gioco alla poesia.
Tutto arrangiato per chitarra e piano suonati, accompagnato da un magistrale quartetto di violoncello, viola, violino e flauto traverso.
Esce e rientra subito Niccolò Fabi per due bis, chiedendo al pubblico – troppo distante seduto sui gradoni dell’anfiteatro – di avvicinarsi e mettersi a sedere ai suoi piedi. Un momento intimo, in cui il cantautore fa ascoltare “Fuori o dentro” e chitarra e voce conclude con “Lindbergh” di Ivano Fossati: “sarò noioso perché lo ripeto in continuazione, ma la metafora del viaggio e del cambiamento attraverso di esso per me è fondamentale in questo lavoro. E questa è la storia del viaggio più importante”.
Fabi sorprende e si dimostra ancora quello che è: uno dei migliori artisti del panorama cantautoriale italiano, con una potentissima voce che incanta e emoziona. E se le temperature torride si sono fatte sentire, anche il suo pubblico non è stato da meno.