Gli ex edifici industriali di Prato tornano a produrre, solo che non si tratta di tessuti ma di arte. E’ l’esperimento messo in piedi da TAI (Tuscan Art Industry), al via lunedì 13 luglio (fino al 17) nella ex Lucchesi di via Carradori, uno dei più grandi e antichi lanifici di Prato.
“L’idea è quella di una riconversione produttiva degli spazi industriali che il nostro paesaggio – ha spiegato Chiara Bettazzi di Studio Corte 17, organizzatrice del progetto – Questi edifici sono risorse spontanee che possono essere utilizzate per la sperimentazione delle arti visive, contenitori che si presentano già perfetti sia nei volumi che nelle luci naturali e che possono accogliere opere, creando così un dialogo tra arte e architettura tipica della nostra memoria visiva”.
“TAI è un progetto ambizioso – ha proseguito Chiara Bettazzi – che prevede nel futuro uno sviluppo e un ampliamento del format creato estendendolo dai confini cittadini all’intera regione e oltre. Una volta all’anno la manifestazione, per una settimana, riutilizzerà fabbriche diverse partendo da quelle più significative. Per questo l’ex Lucchesi rappresenta una partenza, perfetta , simbolo della città fabbrica”.
“TAI parte da una ricerca sull’archeologia industriale di Prato compiuta negli anni ’80 dall’Università di Firenze, da cui nacque la pubblicazione “La città abbandonata” – hanno detto l’assessore all’urbanistica Valerio Barberis e quello alla cultura Simone Mangani – Con la maggiore consapevolezza che oggi abbiamo del nostro patrimonio edilizio industriale, di rilevanza europea, vogliamo utilizzare gli immobili sopravvissuti come contesti e contenitori di arte, cinema, didattica e altro ancora, perché anche da qui è passata la storia non solo della nostra città, ma dell’Europa”.
TAI – Tuscan Art Industry è una rassegna-laboratorio di arti visive contemporanee organizzata da Studio Corte 17 di via Genova in collaborazione con il Centro per l’Arte Contemporanea Pecci, il Comune di Prato (5 mila euro) e la Regione Toscana nell’ambito del progetto regionale “Cantiere Toscana Contemporanea”.