Carmignano come Prato, anzi meglio. Il comune di Carmignano ha infatti stipulato un accordo con il Consorzio Astir, la Cooperativa Rita, Pane e Rose, Asm e Legambiente per coinvolgere a 36o gradi i 18 profughi accolti nei giorni scorsi.
“Siamo orgogliosi di essere accolti da questo splendido paese e felici di poter dire grazie a Carmignano lavorando per il bene della comunità”. Sono 18, 17 nigeriani e un ghanese, hanno fra i 20 e i 25 anni e sono tutti richiedenti asilo politico in Italia i ragazzi che da domani scenderanno per le strade di Carmignano per svolgere lavori di pulizia e manutenzione dei beni comuni.
Fuggiti da tragedie e conflitti, affrontando un viaggio drammatico, sono disposti a tutto pur di sentirsi ben accetti. A Carmignano rimarranno poco, ossia il tempo necessario – circa sei mesi – a ricevere il riconoscimento dello status di rifugiato e la conseguente libertà di rifarsi una vita, ma questo tempo lo vogliono investire bene e in maniera costruttiva. Da oggi, quindi, ogni settimana per otto ore ciascuno, ognuno di loro lavorerà pulendo, tagliando l’erba e facendo piccole opere edili supervisionati dagli addetti comunali Marco Bellini ed Emanuele Vignozzi – che si sono detti entusiasti di questo scambio culturale e umano – e da un addetto dell’Humanitas, la cooperativa che gestisce il servizio di accoglienza.
A volere che questo progetto si concretizzasse, l’assessore all’Ambiente Edoardo Prestanti e l’assessore alle Politiche giovanili Stefano Ceccarelli, che hanno stretto i denti di fronte “alle mille difficoltà burocratiche” incontrate arrivando finalmente ieri mattina a firmare la convenzione.
Si tratta di un accordo stipulato fra il Comune, il Consorzio Astir, la Cooperativa Rita, Pane e Rose, Asm e Legambiente, che impegnerà i ragazzi sia nel servizio di igiene urbana e di manutenzione delle strutture comunali, sia in incontri culturali e formativi. “Siamo coscienti che oggi accogliere ed essere solidali sono scelte impopolari – esordisce Prestanti -, ma siamo convinti che avvicinare questi giovani ai nostri cittadini sia l’unica maniera per far del bene al territorio, ai carmignanesi e a loro. E dare loro la possibilità di ricambiare la nostra ospitalità lavorando gratuitamente per il bene comune ci è sembrato la strada più costruttiva”.
Una strada che inizia con il lavoro e continua con appuntamenti sia sportivi che culturali, nella consapevolezza che questo esodo dai paesi poveri non è una parantesi, ma il frutto di uno sviluppo ingiusto e disuguale di cui l’Occidente ha gran parte della responsabilità.
“A luglio – spiega Ceccarelli – i nostri 18 amici africani parteciperanno al WorkCamp di Legambiente, un appuntamento con tanti ragazzi da tutto il mondo che lavoreranno sulla sentieristica del Montalbano, riportandola agli antichi splendori. Sarà un’occasione importante per stringere nuove amicizie sentendosi utili. Poi a fine luglio faremo sì che ognuno di loro possa raccontare alla gente la propria storia, in un incontro dove parteciperanno grandi nomi di intellettuali e studiosi che ci aiuteranno a inquadrare il fenomeno migratorio, con le sue cause e le sue eventuali soluzioni”.
E a chi si chiedesse dove vengono spesi quei 30 euro al giorno a testa che lo Stato versa per l’accoglienza, ha risposto chiaramente Alberto Pintus, presidente di Humanitas: “Sono soldi che ci servono per svolgere il servizio di accoglienza a trecentosessanta gradi. In cosa consiste? Oltre al vitto e all’alloggio, consiste nel garantire la disponibilità degli operatori 24 ore su 24, gestire le esigenze sanitarie e umanitarie, fornire mediazione culturale e assistenza psicologica, pagare le cure odontoiatriche che non rientrano nella copertura sanitaria, organizzare loro il tempo libero, e nei casi in cui lo status di rifugiato non venga loro riconosciuto e decidano di fare ricorso come è nel loro diritto, coprire anche le eventuali spese legali. Questo per far capire che le cooperative sociali trasparenti ed etiche esistono e noi ne siamo l’esempio”.
È invece con un “anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti” che ha esordito Rita Cecchini, presidente di Legambiente Prato, riferendosi alle responsabilità che tutti gli occidentali abbiamo per questa migrazione disperata da terre devastate e sfruttate: “Questo è il primo accordo che Legambiente Prato fa con un Comune per la valorizzazione dell’accoglienza. Siamo felici di esserci, nonostante i tanti ostacoli burocratici che abbiamo incontrato. Grazie agli assessori che hanno creduto fino in fondo in questo progetto”. Piena collaborazione è stata ribadita anche da Asm, già impegnata anche a Prato in un progetto simile.