La vita in città la sera è una questione di compromessi. Tra tutti i protagonisti della storia, che sono gli esercenti e i residenti.
“Vogliamo dormire la notte”
E’ un diritto di tutti quelli che sfortunatamente (ma davvero?) abitano sopra o vicino a un locale. Ma come spesso accade, bisogna scendere a compromessi e sicuramente avere un po’ di pazienza: un locale porta gente e spesso – non sempre – la massa di persone allontana situazioni di disagio che possono crearsi in una strada deserta di notte. Attraversereste più volentieri una via dove ci sono persone che parlano in piedi o sedere ai tavolini, magari ben illuminata, o una con tre lampioni e un gatto randagio?
“Allora tenetevi i tossici”
E’ una fortuna per un locale avere tante persone da servire. Avere la strada di fronte alle porte dell’esercizio piena di persone, crearsi un giro di persone che tornano a servirsi da te perché si sentono a casa. Ma anche il successo di un locale porta a rispettare dei compromessi. I primi son quelli giuridici, quelli che, insomma, ti fanno rischiare delle multe (come è successo a un noto locale pratese) o il ritiro della licenza: non dare da bere alcolici a minorenni, spegnere la musica dopo una certa ora, specie durante la settimana. E poi ci sono quelle che sono regole non scritte, di “civile convivenza”: per esempio investire su una persona che controlli la clientela rumorosa o allontani quella molesta. Un investimento? Sicuramente, ma indubbiamente che potrebbe far risparmiare alla lunga qualche migliaio di euro di multa.
“E la politica sta a guardare?”
Anche in questo senso di cose da fare ce ne potrebbero essere tante. E’ di questo inverno l’idea dello spazio AUT di richiedere al sindaco una deroga per almeno una volta a settimana di poter “tirar tardi” con le iniziative. Incentivare l’uso di fondi commerciali nelle vie del centro più sguarnite di locali? Regolare l’apertura di nuovi locali nelle vie già troppo affollate di esercizi?
La vita notturna è stata dichiarata negli ultimi giorni la “nuova economia della città”, tanti locali di varia natura continuano ad aprire, ad affollare il centro e, soprattutto, a non chiudere.
Fino a che si contrapporranno le fazioni del “vogliamo dormire la notte” e quella del “e allora tenetevi i tossici” senza arrivare a compromessi, mediati da politiche serie, la “movida” tornerà ciclicamente ogni estate a farla da protagonista sulle pagine dei giornali, senza arrivare mai a un punto.