Carmignano lancia l’Art Bonus per salvare i gioielli etruschi del museo di Artimino. Approvato stamani, il provvedimento è tra i primi in Italia e consente di detrarre dalle tasse il 65% delle donazioni. Quattro i lotti da restaurare: preventivi da 5 a 7mila euro.
Per salvare con accurati restauri gli inestimabili tesori etruschi recuperati nell’area archeologica di Comeana e custoditi nel museo di Artimino, il comune di Carmignano ha lanciato un bando Art Bonus, la nuova normativa sul mecenatismo culturale che consente a privati e aziende di detrarre dalle tasse il 65% delle donazioni in favore di musei, siti archeologici, archivi, biblioteche, teatri e fondazioni lirico sinfoniche.
Tra i primi in Italia, il bando è stato formalizzato stamani con una delibera approvata dalla Giunta comunale per iniziativa dell’assessore alla Cultura Fabrizio Buricchi. Il documento elenca i primi 4 lotti di cui è possibile finanziare il restauro che sarà realizzato sotto il controllo della Soprintendenza Archeologica della Toscana. Si tratta di oggetti in avorio del 640-630 aC rinvenuti appunto a Comeana nel tumulo principesco di Montefortini. Per aderire: tel. 055.8750231/250, oppure [email protected].
Il primo lotto (preventivo € 6000) riguarda due pissidi, una decorata a scanalature, l’altra a incisione. Entrambe sono da ricomporre e integrare. Il secondo (€ 4800) comprende un gruppo di nove statuette a tuttotondo di piccoli animali fantastici, sfingi, grifi e cavalli. Del terzo (€ 5000) fanno parte varie placchette di rivestimento decorate a bassorilievo con figure di guerrieri e dignitari: sono resti del rivestimento di un’arca, trono o altro arredo, da assemblare con quelli della medesima serie già esposti nel Museo. L’ultimo lotto (€ 7000) è un gruppo di statuette a tuttotondo che riproducono figure femminili e maschili.
Un volta restaurati i manufatti saranno esposti nel museo archeologico di Artimino diretto da Maria Chiara Bettini. Negli ultimi anni la collezione si è notevolmente arricchita grazie agli straordinari corredi funebri di due tombe di Montefortini, riportate alle luce dalla Soprintendenza sotto la direzione di Francesco Nicosia, cui il museo è dedicato. Il lungo intervento di restauro ha però consentito di esporne solo una parte, ed è appunto per completare l’opera che Carmignano ha fatto ricorso alla legge sull’Art Bonus.
Insieme a una splendida coppa di vetro azzurro, oggetto unico nel panorama etrusco, le tombe contenevano due finissimi incensieri di bucchero decorati a traforo e una serie straordinaria di oggetti d’avorio scolpiti a bassorilievo e a tuttotondo, altri incisi, altri lavorati a traforo. Preziose placchette istoriate, anche con personaggi del mito greco, rivestivano forse un’arca, un trono o un altro elemento d’arredo deposto nell’ultima dimora del ‘principe’ di Comeana. Una serie numerosa di minuti guerrieri, statuette maschili e femminili, animali reali e fantastici tra cui un eccezionale centauro con un cerbiatto sul dorso, probabilmente ne completavano la decorazione.
Sono oggetti molto preziosi che attestano la solidità dell’aristocrazia locale nel periodo orientalizzante della storia etrusca, in grado di tessere relazioni politiche ed economiche a livello internazionale.