“Da tempo ci dicono che dobbiamo aspettare ma l’assenza di risposte sul nostro futuro è diventata ormai intollerabile”. Questo dicono Brunella Mastrocesare, Simona Guazzini e Francesco Di Maria (Nella foto ndr), coordinatori di alcuni servizi del centro per l’impiego oltre che dipendenti F.I.L., e per questo hanno deciso di metterci la faccia. La F.I.L. è la partecipata della Provincia che da vent’anni gestisce le politiche attive del lavoro su delega della Provincia stessa. Se si cerca un paradosso del mondo del lavoro in Italia oggi, ecco che Prato ne offre uno fresco fresco: coloro che negli ultimi 20 anni hanno accolto e formato migliaia di persone sulla base delle richieste delle aziende pratesi, adesso rischiano il posto a causa della legge sulla riforma del lavoro, che impone una nuova organizzazione dei centri per l’impiego.
Insieme a loro rischiano la stessa sorte altri 25 dipendenti della Fil (più il direttore Michele Del Campo, inquadrato però come dirigente) e almeno una trentina di consulenti esterni. “Noi vogliamo difendere i nostri posti di lavoro e la F.I.L., per quello che ha fatto e per quello che continua a fare – spiega Brunella Mastrocesare – Prato non può permettersi di perdere il patrimonio umano e aziendale che la F.I.L. ha ha costruito in questi vent’anni e soprattutto non può perdere un sistema di gestione del mercato del lavoro che viene portato ad esempio in Italia”. “Se la F.I.L. dovesse scomparire, a Prato non mancherà certo chi si occuperà dei servizi del centro per l’impiego – aggiunge Simona Guazzini – quello che mancherà sarà il sistema di gestione proposto finora dalla F.I.L., il suo metodo di lavoro e quegli standard di velocità, attenzione e professionalità raggiunti nel corso degli anni. E’ un valore aggiunto questo, che magari si vede meno, perché oltre a cercare le offerte per i disoccupati cerchiamo anche di renderli capaci di orientarsi da soli. Anche se siamo coscienti di non riuscire sempre a soddisfare le esigenze di tutti – continua – chiunque si rivolga al centro per l’impiego trova ascolto”.
I finanziamenti a disposizione della Provincia bastano a coprire la gestione del centro dell’impiego affidato alla F.I.L. fino a dicembre 2015. Di quello che sarà dopo nessuno sa niente. Da gennaio 2016 sembrerebbe quindi destinato a sparire quel sistema che negli anni ha permesso di rispondere ai problemi dell’economia pratese con la rilevazione della domanda e dell’offerta di lavoro, con la facilitazione del loro incontro e con l’elaborazione di progetti formativi specifici studiati in base alle richieste del momento. L’azienda che gestisce il centro per l’impiego a Prato e che si occupa di incrociare domanda e offerta del mercato del lavoro rischia di scomparire dopo una lunga serie di interventi legislativi che ne hanno minato autonomia e capacità, ma anche a causa dei contratti con cui sono inquadrati i suoi dipendenti, che sono di tipo privatistico.
Dal 2010, in seguito ad alcuni cambiamenti normativi, da società pubblico/privata (con capitale della Provincia, di alcuni Comuni e delle parti sociali) la F.I.L. diventa interamente pubblica e questo ha costretto i privati, con cui si era costruito un sistema di gestione del mercato del lavoro in maniera partecipata, ad abbandonare la società. Da quel momento, il capitale sociale della F.I.L. appartiene per oltre il 98 per cento alla Provincia di Prato. La F.I.L. può lavorare solo ed esclusivamente per i propri soci (le è vietato andare sul mercato) e solo nel territorio della Provincia di Prato.
Nel 2014 si aboliscono le Province, che perdono così la funzione di gestione del mercato del lavoro e delle sue politiche attive a favore delle Regioni. La Regione Toscana prende a sé quasi tutte le competenze che furono della Provincia compresa la formazione e il lavoro, per cui prevede l’istituzione di un’agenzia regionale (LR 59/2014), anche se il Governo, con il Jobs Act, ha in cantiere un’agenzia nazionale per il lavoro.
E qui si ferma tutto. Se quelli della F.I.L. fossero dipendenti pubblici lo scenario sarebbe pessimo ma non così tanto come invece viene vissuto. Come dipendenti pubblici avrebbero infatti la possibilità di essere ricollocati nell’agenzia regionale o in altri servizi pubblici. Invece no, i loro contratti sono di tipo privatistico e comunque vada sembrano fuori dai giochi. Lo ha spiegato anche l’assessore regionale Gianfranco Simoncini rispondendo all’inizio dell’anno ad una interrogazione nella quale veniva chiesto se fosse possibile un riassorbimento dei dipendenti della F.I.L. nell’agenzia regionale del lavoro.”Ad oggi – ha spiegato l’assessore nella risposta scritta all’interrogazione 1310 del febbraio 2015 fatta dal Rudi Russo (Pd) – non c’è nessuna norma che possa permettere l’assunzione da parte di soggetti pubblici di personale proveniente da soggetti privati. Salvo modifiche alla normativa nazionale non è possibile il passaggio di questo personale all’agenzia regionale né ad altro soggetto pubblico”. E poi più avanti, alla domanda se esistano altre forme per salvaguardare il personale e le competenze specifiche, l’assessore risponde: “[…] secondo il nostro progetto, il personale e le competenze acquisite che operano per la F.I.L. e gestiscono politiche attive del lavoro potranno essere salvaguardati con una gara unica regionale che preveda clausole di salvaguardia per non disperdere le competenze specifiche”.
Solo che il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, arrivato a Prato lunedì sera per sostenere il Pd alle regionali, ha precisato che spetta alla Regione gestire i servizi legati al lavoro e quindi mantenere in vita la F.I.L. in attesa della modifica del Titolo V della Costituzione. Poletti starebbe quindi prendendo accordi Regione per Regione per garantire il funzionamento dei centri per l’impiego in Italia. Dichiarazione che sembrerebbe quindi spingere la Regione a trovare una soluzione per l’agenzia pratese, un sistema che ogni anno accoglie tra le 45 e le 50 mila persone, svolge circa 10 mila colloqui, offre informazioni e aiuto nel definire il bisogno professionale a circa 4.500 aziende, riceve in media 1.800 richieste di personale da parte delle imprese, gestisce fino a 35 mila candidature di lavoratori di cui 12 mila vengono poi inviate alle aziende come pre-selezione e promuove circa 600 tirocini ospitati dalle aziende pratesi (Fonte F.I.L.).
In attesa che la Regione mostri come intenda seguire le indicazioni del Governo, rimangono valide una richiesta e una constatazione. La richiesta è quella che il sindaco Biffoni ha fatto durante la presentazione dei dati sul lavoro 2014 qualche settimana fa, dati che segnano un ritorno del segno positivo nella stipula di contratti a tempo indeterminato, “Chiederemo alla Regione di esportare il sistema Prato nella gestione di questi settori e non distruggere quanto fatto finora” ha detto il sindaco. La constatazione invece riporta l’attenzione sulla necessità di una soluzione: “La F.I.L. adesso rischia di fermarsi e di non poter programmare i propri servizi per il futuro – spiega Francesco Di Maria – con il rischio che si blocchi un intero sistema di relazioni locali, fatto di aziende e di lavoratori che hanno trovato nel centro per l’impiego un punto di riferimento e un servizio affidabile”.