E’ una musica che viene dal profondo dell’anima quella di Micah P. Hinson. Ci trovate le tenebre indie-rock di Mark Lanegan, il fantasma di Johnny Cash, la poetica di Leonard Cohen e il lato bohemien del miglior cantautorato a stelle e strisce.
Il tour che lo porta, voce e chitarra, sabato 23 maggio al Teatro Puccini di Firenze (ore 21 – biglietti 20/15 euro – prevendite www.ticketone.it e www.boxofficetoscana.it) è un’autentica manna: si celebrano infatti i dieci anni di “The Gospel of Progress”, l’album che lo fece conoscere al grande pubblico oltre che una delle pagine più intense e poetiche del capitolo indie-folk.
L’album ricevette eccellenti recensioni dalla stampa specializzata, affascinata dalla capacità di Micah di esplorare in maniera totale la propria gamma di sentimenti. Il disco fu inserito in numerose playlist, tra cui Uncut, Time Out e The Indipendent, e raggiunse la quinta posizione nella classifica dei migliori 100 album di Rough Trade.
Lo scorso novembre “The Gospel of Progress” è stato ristampato e rimasterizzato da Talitres, etichetta che ha fatto uscire anche l’ultimo lavoro di Micah, “Micah P.Hinson and the Nothing”. La versione in vinile contiene anche la bonus track ‘Can’t Change a Thing’, pubblicata in origine sul 10” “The Day Texas Sank to the Bottom of the Sea”.
Sono passati 10 anni e “The Gospel of Progress” si conferma un lavoro straordinario, oggi più che mai.
MICAH P. HINSON – Classe 1981, Micah P. Hinson nasce a Memphis, Tennessee. Nonostante l’adolescenza burrascosa passata tra carcere, stupefacenti e risse, riesce a entrare nel mondo della musica grazie a un talento fuori dal comune. Esordisce nel 2005 con ‘Micah P Hinson and the Gospel Of Progress’ raccogliendo il lascito del songwriting americano degli anni 90. Seguiranno altri 6 album e un terribile incidente durante un tour, dopo il quale ha dovuto imparare nuovamente a suonare la chitarra da zero. La sua è una voce che sembra venire dal profondo del tempo, che scava nella terra ogni volta che si avvicina a un microfono.