Si parla di nanotecnologia al centro per l’arte contemporanea Pecci. Che forse è pure il posto giusto per farlo perché, come spiegherà il direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa Fabio Beltram (oggi pomeriggio alle 18), ormai ci sono un sacco di cose piccolissime, invisibili ad occhio nudo che influenzano la nostra vita quotidiana e che a sentirle così, senza capire davvero cosa siano e senza essere messe in una scala di comprensione popolare, vengono spesso relegate all’ambito scientifico quando va bene, a quello fantascientifico quando va male.
La nanotecnologia si riferisce alla manipolazione della materia in ambito molecolare e la sua unità di misura è il nanometro, ovvero un miliardesimo di metro.
“La ricerca alla nanoscala o scala nanoscopica ha permesso l’analisi del funzionamento e delle proprietà fisiche di macromolecole biologiche, come il DNA o le proteine – si legge nella nota inviata dal Pecci – oppure nel campo dell’elettronica ha reso possibile la nascita e l’implementazione dei microprocessori. Vi sono però alcuni ambiti in cui la ricerca è ancora agli inizi come quello dei computer quantistici e della nanomedicina, in cui l’utilizzo di nanoparticelle potrebbe portare a nuove terapie in numerosi campi, per esempio quello delle patologie tumorali”.
L’arrivo di Beltram a Prato (a colloquio con Lorenzo Guadagnucci, giornalista della Nazione) servirà a fare il punto sulla ricerca nel campo della nanotecnologia in Italia e all’estero e a comprendere quali potrebbero essere i suoi impieghi futuri, “le applicazioni – precisa la nota – scaturite dalla convergenza fra nanotecnologie, biotecnologie, neuroscienze e informatica”.
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