Ancora in hangover eppure in direzione H2NO, un club in cui l’acqua è moralmente osteggiata, come recita il nome stesso. Il locale pistoiese sta decisamente facendosi largo grazie ad una programmazione live di livello, tanto che stasera sono stato convinto ad andarmi a vedere i Thegiornalisti, band romana acclamata a livello nazionale, soprattutto in seguito all’ultimo album ‘Fuoricampo’.
Mi spaventano un po’ perché il loro pop anni ’80 non è proprio il mio genere, e la lettura ironica di questo progetto potrebbe prestarsi benissimo al pubblico più biecamente hipster. Nella bella sala dell’H2NO però non vedo neanche un paio di baffi arricciati, ma anzi la solita platea eterogenea, piuttosto sparuta al momento, nella quale spiccano qualche Tu Madre e anche dei Tu Padre, decisamente in su con l’età, ma con una gran nostalgia di trent’anni prima, quando il Viagra non esisteva e soprattutto non serviva. La gente affluisce poco alla volta, la sala stenta a riempirsi e probabilmente questo fa slittare l’inizio del concerto, che avviene solo a mezzanotte e mezzo, a più di diciotto ore dal drammatico trillo della sveglia di un giorno infrasettimanale.
L’intro allo show è ‘Ricordati Di Me’ di Antonello Venditti, che fa scattare il sing along da parte di tutte le Tu Madre presenti, finché finalmente i Thegiornalisti si presentano sul palco. Noto con disappunto le defezioni di Mentana, Sposini e Frajese, per motivi di morte, in compenso noto il batterista dei Latte Rock, Rolando di Mai Dire Gol al basso ed il geometra Calboni alle prese col microfono. L’immersione negli anni ’80 è immediata, a partire dalle giacche con le spalline, i baffoni e le scapigliature ben studiate. Il concerto non parte benissimo: nonostante l’ottimo palco che offre il locale, la band mostra alcune pecche tecniche, come anche una certa indolenza. Le loro mossette sfiorano il farsesco, tanto che c’è chi mi dice: “Forse è una di quelle band che se non la guardi magari è anche bella”.
Il livello migliora col trascorrere delle canzoni, sembra davvero di essere su Rete 4 alle tre di notte, in mezzo a quelle luci vintage ed a suoni sintetici di tastiere e batteria. I Thegiornalisti si concentrano soprattutto sui pezzi di ‘Fuoricampo’, passati uno ad uno in rassegna, nei quali emerge il loro lato cantautorale, con riferimenti più che marcati a Lucio Dalla, ma anche quello più puramente pop dance, che affonda le radici nel periodo più spregiudicato e disimpegnato della storia occidentale.
Il cantante Tommaso Paradiso ci tiene a sottolineare il fatto che loro sono sì depressi, ma che cercano in tutti i modi di rientrare in quella fantastica sacca amniotica che fu, nella quale galleggiare con Jerry Calà, Umbertone Smaila, Gerry Scotti, fra Rimini Rimini e La Capannina, indossando mocassini su yacht da Capri a Giannutri, o magari sul Moro di Venezia con Raul Gardini prima che si sparasse in faccia. Ma anche dopo, aggiungo io, tipo Bernie Lomax di ‘Weekend Con Il morto’, farebbe molto chic. La chitarra rosa Minipony del cantante mi fa sobbalzare, ma mai come il puzzo di decomposizione di Tu Padre, che si scatena nelle danze più dei ragazzi presenti. Il camel toe al maschile e ad altezza faccia di Paradiso sigilla il quadro della situazione, di uno show di un’ora e dieci, che ha tentato di far rivivere l’italian dream, quello di Vacanze di Natale, dei Fratelli Vanzina, della superiorità indiscussa di Christian De Sica su quel tristone di suo padre.
Un’ultima nota nostalgica in occasione di ‘L’Importanza Del Cielo’, dedicata a ‘Hiroshima’ Miyazaki e ai suoi cartoni animati che hanno accompagnato le nostre infanzie, perché negli anni ’80 non eravamo affatto degli yuppie rampanti, ma dei pischellini. La riuscita dello show in fondo viene raggiunta, perché le operazioni nostalgia vanno sempre un casino, perché i pezzi sono orecchiabilmente agrodolci e perché la band alla fine si è dimostrata più amichevole e coinvolgente rispetto all’inizio del concerto. Comunque, per tutti quelli che si sono persi il concerto e che vogliono riassaporare i fantastici anni ’80, ricordo che ogni domenica, in tutte le piazze italiane, c’è sempre il raduno delle badanti polacche.