Ogni tanto ci capita di imbatterci in una lapide. L’ultima qualche giorno fa, durante una passeggiata nel bel mezzo del Chianti, paesaggio naturalmente mozzafiato.
Da un po’ di tempo, in occasione di un incontro di questo tipo abbiamo preso l’abitudine di fare una cosa; una cosa facile facile: cerchiamo il nome in rete, per sapere cosa è successo e chi era costui, e magari perché ci ha rimesso la pelle. E’ un esercizio di memoria che amiamo e che non delude mai. C’è sempre una storia, una vita, un eroe dietro ad ogni lapide. Anche stavolta è stato così.
Settimo Agostini era un partigiano.
In rete non c’è molto, a parte la menzione della lapide e la sua posizione sulla mappa. E’ morto a 28 anni, il 27 luglio del 44. La foto pero’ ci dice qualcosa in più. La divisa, ad esempio, che ci fa pensare ad uno di quei molti soldati dell’esercito italiano, che dopo lo sbando dell’armistizio avevano deciso di passare dalla ritirata alla resistenza.
Forse pochi anni prima aveva creduto nel sogno patriottico dell’Italia fascista, e forse si era svegliato ed aveva capito da che parte stesse la davvero la libertà e la dignità dell’uomo. Ma una cosa è certa ed è che quel 27 luglio del 1944 ha dato la sua vita per la libertà che ancora oggi stiamo vivendo. Il luogo è bellissimo ed il paesaggio incantato ben rappresenta quell’Italia che è stata difesa e riconquistata da persone come Settimo Agostini.
E quindi viva il 25 aprile e vivano i partigiani e vivano tutte le donne e gli uomini che come Settimo Agostini hanno dato la vita per questo paese. Sono i nostri eroi.
Le lapidi sono un baluardo di memoria. Provate a fermarvi un secondo la prossima volta, e provate a segnarvi il nome o a fare una brevissima ricerca in rete. Vedrete che non vi pentirete di averlo fatto. E in un modo sottile farete rivivere, anche per un solo istante, donne e uomini che hanno vissuto anche solo un momento da eroi.