Mercoledì 22 Aprile – “Favola” di e con Filippo Timi – Teatro alla Pergola
Settimana ricca di eventi quella che ci accompagna verso la Festa della Liberazione, che quest’anno cade di sabato e quindi praticamente non esiste per il 73% degli italiani.
A margine del convegno “Armi da fuoco e lotta greco romana: l’uomo del 2000 sputa per terra e chiama Diego il proprio primogenito”, organizzato dalla Fondanzione Adriano Pappalardo, il Teatro della Pergola ha visto bene di mettere in programmazione, questo mercoledì, un evento che attiri lo stesso pubblico del suddetto convegno.
Filippo Timi ed il suo logopedista sono incaricati di popolare il palcoscenico e non sbagliano in effetti un colpo: “Favola”, ovvero uno spettacolo con “Colori laccati, abiti femminili che roteano vaporosi” è perfetto non solo per gli uomini citati, ma soprattutto per le signorine con la laurea di secondo livello (e magari un master) ovviamente in materie letterarie, il cui sollazzo è vedere questo attore vestito come Mary Poppins. Del resto Filippo Timi è bello, pare. Ma è un po’ come andare a vedere Martina Navratilova (o Jurgen Klismann, che tanto sono uguali) fare uno spettacolo di pool-dance.
Consigliato.
Giovedì 23 Aprile – Fiorentina – Dinamo Kiev – Stadio Artemio Franchi
Questa sera non esiste niente altro da fare a Firenze. La migliore recensione della serata è una foto relativa allo sguardo acuto del nostro mister Vincenzo Montella. Che la dice lunga sulle mani in cui siamo noi viola.
Venerdì 24 Aprile – Sinfonico Honolulu – Tender Club
Il Tender Club non delude mai il nostro fine settimana: questa sera è di scena il live dei Sinfonico Honolulu. Chi sono questi simpatici livornesi (che è come dire “simpatici francesi”)? Fate conto che ad una scuola elementare avanzino degli strumenti che non usa più nessuno in quanto derivativi di strumenti più o meno normali. Ecco, i Sinfonico Honolulu suonano l’ukulele: quindi è come immaginarsi un collettivo di musicisti intenti nel risuonare i Kraftwerk con le claviette salivose che si usavano alle medie.
L’espressione massima dell’esoticità pauperistica è il recupero di uno strumento che nemmeno alle Hawaii usano più, perché i negozi di musica sono arrivati anche li e si sono comprati delle chitarre Yamaha invece che queste micromachines musicali.
L’idea è bellina, anche se speriamo non crei una tendenza in altri campi, altrimenti ci troveremo con la Polizia Municipale armata di fionda e la Polizia di Stato con i tromboni siciliani caricati a sale.
Sabato 25 Aprile – Fabrizio Moro in concerto – Teatro Puccini vs. Colapesce – Viper Theatre
Signore e signori questo è un derby. Ma non un Milan-Inter, bensì un Perugia-Ternana.
Firenze questa sera vive un doppio appuntamento fra cantautori, due autentici fenomeni estremamente opposti.
Fabrizio Moro, nome da titolare di negozio di calzature in provincia, abbigliamento da manichino di Piazza Italia e sguardo tipicamente ottuso alla Alberto Aquilani, sale sul palco del Teatro Puccini. Un live sicuramente tosto, anche se non come la piazza pentastellata romana dove ha vissuto la sua giornata di notorietà offendendo il Presidente della Repubblica, o non come i live che generalmente fanno il pieno nelle piazze estive di provincia del centro Italia.
Perché possiamo definire Moro, anche se nato a Roma, il cantautore ascoltato dai fan dei Negrita. Una sorta di Povia impegnato, tipo Paolo Bonolis che fa le interviste ai premi Nobel dandosi un tono ma urlando e sputacchiando come sempre.
Colapesce. Il cantautore Colapesce già mi nasce con un problema anagrafico, dato che risponde al nome di Lorenzo Urciullo: ma non è quello il problema, che poi si è scelto un nome d’arte favoloso e simpatico. La principale questione riguarda sia la mostruosa somiglianza con Emiliano Viviano, ex portiere viola, sia l’immagine dell’artista stesso, che consegna al nutrito (insomma, non esageriamo) pubblico l’espressività facciale imbalsamata di uno che si fa le fototessere per la carta d’identità nelle macchinette.
Sorvoliamo sia sull’aspetto compositivo delle sue canzoni, che sono state utilizzate nel dizionario dei sinonimi e dei contrari Zanichelli 2014 per rafforzare l’espressione “mi entra da un orecchio e mi esce dall’altro”, e dalla sua voce che in una scala tono/colore potrebbe coincidere con il color grigio asfalto. In compenso pare sia molto simpatico, il Colapesce. Quasi un compagnone.
Buon concerto in definitiva: la location è comunque perfetta, intima, calda e funzionale.