FAST & FURIOUS 7 è il film della settimana. Perché? Perché sì, sticazzi. Se i primi 4 film della serie erano cagatoni piuttosto anonimi, dal 5° in poi qualcosa è cambiato. James Wan, fino ad oggi specialista del gotico horror (Conjuring, Insidious) per la prima volta al volante della serie dà gas al massimo. E se i buchi di sceneggiatura ci sono e i tempi sono prolissi lo spettacolo per gli occhi è oltre. Lasciando perdere i discorsi sulla morte di Walker, protagonista della serie, che getta una luce elegiaca su questo settimo capitolo, F&F 7 rappresenta lo stato dell’arte dello spettacolo tonitruante hollywoodiano, oltre l’umano, come in Transformers 4, con un cast che spazia da Statham a Kurt Russell alla Rodriguez, in un tour de force action spassosissimo. I truzzi godranno come ricci. E noi, per una volta, con loro.
Poi insomma se preferite c’è il melodramma pirandelliano (da L’innesto) LA SCELTA di Michele Placido sono affari vostri. Placido da anni alterna pellicole d’azione oneste e post (e pre)televisive (Romanzo Criminale, Vallanzasca) a melodrammoni intimisti (Ovunque sei, il film comunemente ricordato dalla critica come “Il Cazzo di Accorsi”, unico motivo di dibattito di un film altrimenti incomprensibile). Qui siamo di nuovo oltre il ridicolo anche grazie alle performance di una “intensissima” Ambra Angiolini (ma chi è che ha deciso un giorno che lei dovesse diventare attrice?) e di un Bova (vabbè) che dovrebbe richiamare il Cruise di Eyes Wide Shut. Peso.
THIRD PERSON è il nuovo, inguardabile film del sopravvalutatissimo Paul Higgis (Crash, quello premiatissimo agli Oscar). Da ricordare solo per la presenza nello stesso film di quattro gnoccone come Olivia Wilde, Mila Kunis, Moran Atias e Kim Basinger. Tre storie intrecciate (una in una Italia piena di stereotipi) molto Charlie Kaufman wannabe, ma si finisce dalle parti del peggior Inarritu.
Meglio il cagatone disneyano INTO THE WOOD, ennesima rilettura di fiabe in chiave blockbuster Disney – attraverso un musical dell’87 grande successo a Broadway che di fiabe ne metteva insieme parecchie – con la Streep che fa la strega sopra le righe e la bella Emily Blunt sempre imbronciata.
C’era già piaciuto poco Into the wild, con la voce di Vedder a abbaiare su tramonti e immagini videoclippare e personaggi di rara antipatia. Questo WILD ne è una variante femminile, altrettanto paraculo, con la altrettanto antipatica Witherspoon alle prese con il Pacific Crest Trail e interrogativi esistenziali. Il nuovo film del regista del già discutibile Dallas Buyers Club conferma più dubbi che altro.
TEMPO INSTABILE CON PROBABILI SCHIARITE è il nuovo film del figlio d’arte Marco Pontecorvo. Una commediuccia “uccia” con un buono spunto – due imprenditori in crisi trovano il petrolio sotto la fabbrica – ma uno sviluppo davvero poco a fuoco. La Crescentini è sempre più brava, il personaggio di Turturro è incomprensibile, letteralmente (e soprattutto quanti film fa in Italia? Ha preso casa qui?)
Infine orribile SOLDATO SEMPLICE, esordio come regista e attore per l’ennesimo comico di Zelig, Paolo Cevoli. Pietà.