Tutti gli 11 ragazzi con disabilità che avevano chiesto di iscriversi alle scuole superiori pratesi, rimandone esclusi, sono stati accettati. La task force messa in moto dal presidente della Provincia Matteo Biffoni (in qualità di referente degli istituti superiori) ha messo insieme tutti i dirigenti scolastici in una tavola rotonda che ha risolto l’emergenza: i due presidi più reticenti, Gaetano Flaviano del Brunelleschi-Livi, e Mario De Carlo del Cicognini-Rodari – che appellandosi alla mancanza di aule sufficienti avevano pronunciato no categorici, si sono dovuti piegare. La strenua difesa del diritto allo studio e dell’inclusione sociale portata avanti dalla Provincia, dagli assessori alla Pubblica Istruzione del Comune di Prato e di Montemurlo – rispettivamente Maria Grazia Ciambellotti e Rossella De Masi – e dai responsabili dell’Azienda sanitaria locale, fra cui Marco Armellini, direttore della sezione Tutela della salute mentale infanzia e adolescenza, ha avuto la meglio. Di questi 11 adolescenti, 2 sono stati accettati dal Brunelleschi e gli altri smistati fra Buzzi, Copernico e Gramsci-Keynes.
A riferirlo con orgoglio è il vicepresidente della Provincia, Emiliano Citarella: “Questo è un esempio di quanto la collaborazione interistituzionale possa fare. Abbiamo lavorato in tandem con tutti i soggetti coinvolti, mettendo al centro di tutto la famiglia, i ragazzi e le loro esigenze. È stato un orientamento personalizzato che ha portato ottimi frutti”. Un’altra buona nuova l’ha quindi portata Laura Scoppetta, dirigente dell’Ufficio scolastico regionale: “Dal prossimo anno, le scuole della provincia pratese avranno 32 insegnanti di sostegno in più, per un totale di 302”.
Unico neo restano gli interventi strutturali per rendere gli istituti scolastici accoglienti per tutti gli studenti, nessuno escluso, e che dipendono “purtroppo al patto di stabilità”. Come spiega Citarella: “Rendere le scuole friendly è fra le priorità del nostro libro dei sogni, che purtroppo deve scendere a patti con la mancanza di fondi. Siamo secondi a livello nazionale per qualità scolastica, ma non ci arrendiamo e vogliamo ammodernare tutto proprio in chiave inclusione. Ma aspettiamo di avere la disponibilità economica per agire, precisando che la nostra Provincia è fra quelle che non andrà in default nel 2015”. Anche se la strada per un’inclusione reale è ancora lunga, dunque, i primi passi son stati fatti.