In attesa dell’inizio di Mille Piedi (rassegna di danza per i non addetti ai lavori organizzata in collaborazione con la Fondazione Toscana Spettacolo) il penultimo appuntamento pubblico della rassegna Met Ragazzi per questa stagione, sarà sabato 28 marzo alle ore 17.00 al Teatro Fabbricone con due vecchi matti della Compagnia Rodisio che canteranno una elettrizzante Ode alla vita.
Lo spettacolo è un omaggio ai bambini e alla loro forza di immaginazione, un inno alla gioia di vivere e alla follia dell’arte, in ogni tempo della vita. Intenso, espressivo e ricco d’invenzioni, Ode alla vita è interpretato da Manuela Capece e Davide Doro – anche autori del testo – ed è il frutto di una collaborazione internazionale che ha coinvolto anche l’Unicorn Theatre di Londra e l’Espace600 di Grenoble.
In scena un vecchio e una vecchia raccontano la loro vita, senza parole. Hanno una meravigliosa piccola avventura da raccontare, fatta di storie di ogni giorno, di oggetti e gesti imprevedibili e a volte irriverenti. Camminando a piccoli e faticosi passi allestiscono uno spazio che è la loro casa, il loro mondo, sempre aperto allo stupore, alla novità e a chi sa ancora ridere, ballare e innamorarsi.
“Ode alla vita è un progetto di ricerca pensato per bambini dai 3 ai 5 anni affermano Capece e Doro. Si indagano le potenzialità dell’arte, le infinite possibilità della creazione artistica. Si cerca il matto. Il nostro matto è l’artista. Il nostro matto sono i bambini piccoli. E quello che ci interessa è metterli di fronte per esplorare quella profonda relazione che si viene a creare. Cerchiamo il matto. The Fool, the Foolish man. Le Fou. L’apparizione che irrompe e sconvolge la scena quotidiana, la vita di ogni giorno. Che si muove tra disordine e armonia, tra bene e male. Che è fatto di puro istinto, di puro spirito. Che è lui stesso caos e bellezza. Che costruisce, inventa cose, ride, balla e si trasforma. Che è innocenza, originalità, spensieratezza e azioni incomprensibili. Che si distacca dalla realtà e ne crea un’altra. Che permette di affacciarsi alla vita di nuovo, per ricrearla da principio. Cerchiamo il matto perché ci canti un’ode alla vita”.