Cristiano Godano e GianCarlo Onorato. Da qualche anno questo singolare incontro di belle teste pensanti del rock nostrano gira in diverse forme, preferendo spazi più raccolti, dove sia possibile dialogare. Sabato prossimo (21 marzo) saranno all’Ex Chiesa di San Giovanni, e lo spettacolo è di quelli da non perdere. “La ricerca della bellezza”, il titolo.
Cristiano Godano e GianCarlo Onorato. Il primo è voce chitarra e parola dei Marlene Kuntz oramai da una ventina d’anni, e il vederlo spogliato dal gruppo di appartenenza è comunque cosa anomala. Il secondo lo anticipa anagraficamente di una decina d’anni, nasce artisticamente con gli Underground Life in quegli anni 80 scuri e antagonisticamente malati, e prosegue il suo cammino artistico nei vent’anni successivi con una manciata di dischi bellissimi e semi-nascosti. Entrambi votati ad una ricerca di una sensualità della parola, entrambi affascinati da un approccio assolutamente intellettuale alla composizione. Entrambi qualcos’altro rispetto all’essere parte del mondo del rock: scrittori, pittori, poeti.
Figure culturali a tutto tondo. Di primo acchito, non li diresti affini. Ma gli incontri servono proprio a quello: a tirare fuori le affinità e le divergenze, appunto. In questo caso un incontro come questo, al di là dello spettacolo, può avere risvolti più ampi: può offrire l’opportunità a chiunque, compositore o semplice fruitore di musica, addetto ai lavori o avventore casuale, di riflettere su cosa significhi essere attori e operatori in questo difficile settore della cultura.
Sul palco ascolteremo due songwriters, a nudo, che si raccontano, e raccontano la bellezza che li circonda. Il tema è quello della bellezza nella vita, nella cultura, nella musica e nell’arte. “Noi cerchiamo la bellezza ovunque”, confessavano i Marlene giusto una decina d’anni fa. In questa veste suoneranno in acustico e separatamente, e ci sarà un giornalista a stimolarli e a moderarli, così racconta il comunicato.
In cuor mio spero proprio che intervenga il meno possibile, e che lasci la parola e l’espressione ai due artisti. Anche perché l’incontro tra questi due signori sprigiona e scaturisce bellezza di per sé. Esiste un disco, che fotografa non lo spettacolo che vedremo a Prato, ma un altro intitolato “Ex.”, che consiglio spassionatamente (sarà di sicuro in vendita al Chiesino sabato prossimo) in cui i nostri si percorrono le proprie strade (“La canzone che scrivo per te” o “Musa” per Godano, “Acqua di valium” o “L’illusione di salvezza” per Onorato) e strade a loro affini, in cui con tutta la sensualità e l’intimità possibile passano dal Lou Reed di Perfect Day o di Venus In Furs al Neil Young di Out on The Weekend, e ancora al Beck di Lonesome Tears, per approdare alla Ship Song di Nick Cave e Blixa Bargeld, vero manifesto di una canzone pop malata di bellezza. Spero proprio che qualcosa di questo girovagare ci tocchi anche nel concerto di sabato prossimo. Perché è davvero un bell’ascoltare.