Se negli ultimi anni il rapporto tra arte e Seconda Guerra Mondiale è finito pure al cinema, vedi “Monuments Men”, ancora poco si conosce invece di quello che la società civile, in special modo italiana e toscana, ha fatto per difendere i capolavori dell’arte ospitati in Toscana durante il secondo conflitto mondiale.
A Prato, la mostra della Fondazione CDSE “Bombing Art 1940-1945“ (fino al 14 marzo a palazzo Banci Buonamici, via Ricasoli) cerca di riempire questo vuoto con una serie di immagini inedite davvero interessanti. Ancora di più farà in questo senso il volume di Alessia Cecconi “Resistere per l’arte: guerra e patrimonio artistico in Toscana. Dieci storie di opere e di uomini salvati” (edizioni Medicea), che verrà presentato proprio in chiusa di mostra (14 marzo, 16,30).
Il libro, si legge nella nota inviata ai giornali, è stato realizzato con il contributo della Regione Toscana in occasione del 70° della Liberazione e vuole contribuire, attraverso ricerche d’archivio, a documentare l’impegno “della comunità civile nella difesa del patrimonio artistico durante l’ultimo conflitto mondiale” raccontando, tra le altre, le storie di uomini come Cesare Fasola, Ugo Procacci, Giovanni Poggi, Enzo Carli, Leonetto Tintori o Bruno Farnesi, che rischiarono la vita per salvare i capolavori che ancora oggi tutto il mondo ammira nei musei.
Così Fasola -riporta la nota stampa – scriveva alla moglie il 23 luglio 1944 dal castello di Montegufoni in Val di Pesa, (appena tre giorni prima era partito a piedi da Firenze per sorvegliare i capolavori degli Uffizi che durante il passaggio del fronte avevano trovato ricovero al castello): Mia cara Giusta, così eccomi qui, dove passano la loro misteriosa ora di destino i tesori più preziosi della nostra Galleria; e son solo. Penso alle migliaia di custodi, ispettori, direttori, di studiosi che sempre vigilarono la minima di queste cose, giorno e notte, e io non posso fare altro che camminare per queste sale devastate e aperte a tutti.
Un libro pieno di documenti inediti che seguendo le vicissitudini di dieci capolavori simbolo come la Primavera di Botticelli, il Camposanto di Pisa oppure il San Giorgio di Donatello racconta in che modo la comunità toscana abbia cercato di difendere opere e monumenti che altrimenti sarebbero stati trafugati o distrutti dai bombardamenti. Dando vita, in questo modo, ad un tipo di resistenza votato alla salvaguardia di un bene universale come l’arte.
Alla presentazione, oltre all’autrice, parteciperanno Matteo Biffoni (presidente provincia di Prato), Attilio Tori (Museo Casa Siviero, Regione Toscana); Annalisa Marchi (presidente Fondazione CDSE); Antonella Nannicini (Laboratorio per affresco Elena e Leonetto Tintori).