Dopo il grande successo della scorsa stagione che lo ha visto in tournée nei principali teatri italiani e in alcuni teatri esteri, riscuotendo grande consenso di pubblico e successo di critica, torna al Teatro Metastasio di Prato, dal 12 al 15 marzo “Il ritorno a Casa”, uno dei primi testi della maturità artistica di Harold Pinter diretto da un maestro della scena contemporanea come Peter Stein e prodotto da Teatro Metastasio Stabile della Toscana con Spoleto56 Festival dei 2Mondi.
Il dramma, forse il lavoro più cupo di Pinter, caustico e feroce, tratta dei profondi pericoli insiti nelle relazioni umane e soprattutto nel rapporto precario tra i sessi. racconta il disgregamento di legami familiari fondati sull’ipocrisia. Fattore scatenante è, appunto, il ritorno a casa di Teddy, dopo anni di lontananza. L’uomo porta con sé la moglie Ruth, unico elemento femminile in un universo di uomini. Il suo arrivo avrà effetti sconvolgenti e per certi versi inaspettati: accolta come elemento estraneo verso cui sfogare la propria misoginia, Ruth viene accettata e inserita in un gioco al massacro in cui appare allo stesso tempo come vittima e carnefice. Nelle fantasie degli uomini, e nel loro comportamento, viene trasformata in puttana e non le rimane che la possibilità della vendetta: assumere quel ruolo e soddisfare la loro bramosia più del previsto. Come sempre nei finali di Pinter tutto rimane aperto. L’immagine finale mostra la donna imponente, con gli uomini frignanti e anelanti ai suoi piedi.
“Il ritorno a casa” è interpretato da Paolo Graziosi, Alessandro Averone, Elia Schilton, Antonio Tintis, Andrea Nicolini e Arianna Scommegna, recentemente premiata come miglior attrice italiana al Premio UBU 2014 proprio per questa interpretazione. Le scene sono di Ferdinand Woegerbauer i costumi di Anna Maria Heinreich, le luci di Roberto Innocenti.