Sono arrivati dalla Calabria, dalla Sardegna e dalla Puglia. Sono alcuni dei 16 “programmatori avanzati open source” (Python e PostgreSQL) del corso di formazione realizzato da Sophia (Cna) in collaborazione con Pin e Saperi e finanziato dalla Provincia di Prato con 70.450 euro di fondi europei. E la cosa più importante è che 10 di loro sono già al lavoro mentre altri 2, già imprenditori, utilizzeranno le competenze acquisite nelle loro aziende.
Certo, rimane comunque un campo specialistico, anche se a Prato si contano centinaia di aziende del settore, però questo corso di formazione ha qualcosa di speciale. E’ stato progettato in base alle esigenze delle aziende Ict pratesi. Una cosa che ha spiegato ieri in conferenza stampa anche il sindaco Biffoni, che poi è anche il presidente della Provincia: “Quando la formazione funziona i posti di lavoro si creano. Ed è il nostro caso, le aziende hanno partecipato alla progettazione, rendendo chiari bisogni precisi e si è creato un circuito virtuoso formando persone competenti e preparate – ha detto Biffoni – Grande attenzione dovremo dare però al settore dell’informatica e dell’innovazione, che nella provincia ormai conta circa 700 aziende, un numero non banale”.
Ora, le aziende che hanno assunto i nuovi programmatori sono la Nephila, la Paolo Cecchi, la Cesip di Franco Bicchi, cui si aggiungono la Develer di Simone Zinanni e la Devise.it di Alessandro Brogi, e cioè, quest’ultime, le aziende promotrici, rispettivamente, del Pycon Italia (la conferenza nazionale sul linguaggio di programmazione Python) e del PgDay (il PostgreSQL day). Insomma, aziende che da tempo e con successo lavorano nel campo dell’open source.
“A Prato le risorse del Fondo sociale europeo sono sempre state utilizzate efficacemente, ma questo corso credo sia il primo ad aver ottenuto subito un tasso di occupazione e di interesse da parte delle aziende così alto – ha aggiunto Cinzia Grassi, presidente di Sophia – Questo nuovo settore è già parte integrante dell’economia pratese, il futuro è la collaborazione con quello manifatturiero”.
Al corso di formazione potevano partecipare persone in possesso di diploma di scuola media superiore o con tre anni di esperienza lavorativa nel settore. Le domande sono state un centinaio ma solo 75 hanno affrontato la selezione da cui poi sono usciti i 16 partecipanti. Di questi, una sola donna e 15 maschi, un solo straniero e tutti gli altri italiani. Nove i laureati (dei quali due con master), 7 i diplomati tutti con età media attorno ai trent’anni. Solo un paio i pratesi, dato questo che forse dovrebbe far riflettere su come un settore ben presente come quello Ict fatichi a trovare le competenze necessarie nella propria città.
“Ho lasciato la Sardegna per fare questo corso – racconta Alessandro Mamusa, uno dei 16 partecipanti – ho 26 anni e finora ho fatto solo lavori di ripiego: questo corso mi è sembrata l’occasione giusta”. E poi, ancora, Francesco Paolo Maggio da Bari: “Ho messo in pausa gli studi e sono venuto a Prato: mi mancava la parte pratica che l’università non contempla”.
La finalità del corso era formare tecnici con competenze operative e pratiche in grado di essere rapidamente collocabili nei processi produttivi aziendali. Le 800 ore complessive sono state infatti suddivise in 500 ore di aula, di cui più della metà in un laboratorio attrezzato del PIN, e in 300 ore di stage. A questo sono state aggiunte 132 ore di bilancio di competenze, orientamento e coaching per meglio allineare le esperienze dei partecipanti con le realtà aziendali in cui avrebbero svolto lo stage.
Foto anteprima: Horizoninformatica