La XX edizione della rassegna Metastasio Jazz si conclude con gli ultimi due appuntamenti: la presentazione del DVD “Jazz e altre visioni” di Gianni Amico e il concerto del Ravi Coltrane Quartet.
Domenica 22 febbraio presso la scuola di musica “Giuseppe Verdi” alle ore 11verrà proiettato il film “Appunti per un film sul jazz” (30 min. circa) di Gianni Amico, contenuto nel DVD “Jazz e altre visioni”. Interverranno Stefano Zenni e il figlio del regista, Olmo Amico. Promotore insieme alla Cineteca di Bologna della ristampa dei film rimasti a lungo difficili da reperire, Olmo Amico racconterà la storia del padre, del cinema degli anni ’60, dei cortometraggi e degli speciali contenuti nel DVD.
Tra il 1964 e il 1965 il regista Gianni Amico (1933 – 1990) ha girato due cortometraggi sul jazz destinati a fare storia: “We Insist!”, un montaggio delle fotografie delle proteste americane degli anni ’60 con la colonna sonora dell’album di Max Roach “Noi insistiamo! Suite per la libertà subito” e “Appunti per un film sul jazz” che segna la nascita della nouvelle vague italiana, girato durante il festival di Bologna del 1965 in cui appaiono musicisti tra cui Don Cherry, Steve Lacy e Franco D’Andrea. Il DVD “Jazz e altre visioni” contiene, oltre ai due film sul jazz, un documentario sulla vita di Gianni Amico con interventi dei parenti e degli amici, più tre extra: le testimonianze di Bernardo Bertolucci, amico di famiglia, del direttore artistico di Metastasio Jazz Stefano Zenni e del poeta Tatti Sanguineti.
Gianni Amico è stato un cineasta sperimentale negli anni ’60 e un personaggio dagli interessi culturali aperti che ha portato la musica brasiliana in Italia: nel 1983 ha organizzato a Roma l’evento “Bahia de todos os sambas” al quale hanno partecipato Gilberto Gil, Caetano Veloso, Gal Costa, Naná Vasconcelos, João Gilberto. Il suo incontro con la musica brasiliana era iniziato alla fine degli anni ’60 quando aveva girato per la RAI i documentari Giovani brasiliani (1967) e “Ah! Vem o samba”.
Lunedì 23 febbraio al Teatro Metastasio alle ore 21 si esibirà il Ravi Coltrane Quartet, con Ravi Coltrane al sax tenore, David Virelles al pianoforte, Dezron Douglas al contrabbasso e Jonathan Blake alla batteria.
Era il 1967 quando John Coltrane muore prematuramente. Una tragedia per il mondo del jazz, ma un trauma maggiore per il piccolo Ravi Coltrane, che aveva solo due anni. Vent’anni dopo, con un cognome ingombrante, il giovane si avvia a diventare un sassofonista di rilievo. L’ambiente nel quale cresce è quello dell’M-Base di Steve Coleman, che negli anni ‘80 rinnova il linguaggio a colpi di tempi dispari, cicli ritmici complessi, scale dissonanti e assimilazione di suoni ed energie dell’hip-hop. È la scuola da cui escono anche Vijay Iyer e Steve Lehman, ma sul giovane Coltrane quell’esperienza spinge in una direzione diversa. È il 1997 quando il sassofonista, dopo una vasta esperienza con tanti grandi del jazz, da McCoy Tyner a Herbie Hancock a Kenny Barron, incide il suo primo disco da leader. Da quel momento ad oggi Coltrane ha maturato ciò che sembrava impossibile: un suono del tutto personale, che non ricorda quello del padre; un fraseggio fitto, incalzante e angoloso, erede delle speranze con l’M-Base, una concezione compositiva nel solco della tradizione hard bop contemporanea, come in un prolungamento attuale della scuola Blue Note degli anni ‘60, ma con un tocco di personale eccentricità; un gusto per l’interplay nel gruppo energico e trascinante. Insomma, oggi Ravi Coltrane è uno dei protagonisti della scena attuale, e lo è senza che la sua musica debba nulla di rilevante al padre, se non nella misura in cui tutti gli sono debitori. La sua carriera dunque è il segno che il jazz oggi è davvero un linguaggio nel quale è possibile aprirsi nuovi spazi espressivi, senza dimenticare la grande storia del passato.
Lunedì sera si concluderà anche la mostra fotografica, a ingresso libero, “Uno scatto con Duke. Fotografie e materiali storici del jazz al Metastasio, 1967-1972” a cura di Fabrizia Bettazzi e Stefano Zenni, visitabile nel foyer del Teatro Metastasio.