Nello spazio di Aut (via Filippino), domani pomeriggio alle 18,30 (20 febbraio) un appuntamento che in un colpo solo riapre nella storia dell’Europa contemporanea quella voragine d’orrori che è stata la guerra nell’ex Jugoslavia e con maggiore precisione il massacro di Srebrenica. A colloquio con Fabio Bracci ci sarà infatti la scrittrice Elvira Mujčić (1980), autrice di “Al di là del caos. Cosa rimane dopo Srebrenica” (2007), “E se Fuad avesse avuto la dinamite?” (2009), dell’e-book “Sarajevo: la storia di un piccolo tradimento” (2011) e “La lingua di Ana” (2012).
L’incontro, ricorda la nota stampa dell’associazione LeftLab, avviene “poche settimane dopo la sentenza storica del Tribunale Penale Internazionale dell’Aja, che nel gennaio scorso ha respinto il ricorso di alcuni ex-ufficiali serbi, confermando la sentenza per l’uccisione di 8mila musulmani bosniaci come crimine contro l’umanità e “la peggiore atrocità compiuta nel suolo europeo dai tempi dell’Olocausto”.
Al dibattito sulla recente storia dell’ex Jugoslavia, la scrittrice vissuta a Srebrenica fino al 1992 affiancherà anche un altro aspetto caro ai suoi libri, quello della condizione di profuga e di immigrata, con le conseguenti difficoltà ambientali e relazione che comporta, su cui è incentrato il suo ultimo lavoro “La lingua di Ana“.