Ha debuttato a Prato esattamente un anno fa, al museo del tessuto, e adesso ritorna a casa (domenica sera al Fabbricone, alle 21, biglietti da 7 a 17 euro), forte di una serie di repliche nelle più importanti città italiane. E’ “Tong Men-G” (Porta di bronzo: stesso sogno), la storia di Shi Yang Shi, il primo spettacolo prodotto in Italia con un protagonista di origine cinese.
“TONG MEN‐G” racconta la storia di Yang, nato a Jinan, nel Nord della Cina, nel 1979. A 11 anni – si legge nella nota stampa – è arrivato in Italia insieme alla madre e come molti ragazzi di seconda generazione conosce poco sia la storia della sua ‘vecchia patria’ che della nuova; è abitato da brandelli e macerie di identità e culture, ma obbligato a trovare nuovi equilibri e sintesi tra la cultura del luogo in cui è nato e quella di dove è cresciuto. “Sono cinese perché sono nato in Cina o italiano perché sono cresciuto in Italia?”.
Lo spettacolo è diviso in tre parti. Attraverso le vite dei suoi antenati, Yang ha fatto un viaggio alla ricerca delle sue origini e ha avuto modo di conoscere da vicino alcuni momenti della grande storia del suo paese d’origine. Grazie alle memorie raccolte direttamente dai parenti che vivono ancora in Cina, registrate e tradotte, ha preso corpo il ‘Libro degli Antenati’: la trisavola materna, i bisnonni paterni, il nonno materno e il padre, ne sono i protagonisti. Le loro vite attraversano la guerra civile in Cina tra nazionalisti e comunisti, l’invasione giapponese, la rivoluzione culturale di Mao. Fino ad arrivare agli anni Ottanta con la morte di Zhang Cheng – ‘Sincerità’ – lo zio materno down che chiude la prima parte della storia.
Nella seconda parte, lo spettacolo racconta la “riprogrammazione culturale” di Yang avvenuta a partire dal 1990, quando a 11 anni arriva in Italia, insieme alla madre, mostrando le contraddizioni, le possibilità, il precario equilibrio della condizione di uomo orientale/occidentale che vive in Italia da oltre 20 anni e che dal 2006 è cittadino italiano.
L’ultimo capitolo di Tong Men-g prende inizio da un video e da una data: 1 dicembre 2013, giorno in cui a Prato scoppia un incendio in una fabbrica cinese e 7 operai che ci dormivano dentro, muoiono carbonizzati.
Da anni Yang insieme ad altri artisti del Compost, realtà di produzione indipendente che ha sede a Prato, crea azioni di arte sociale che hanno l’obbiettivo di favorire il dialogo tra la comunità cinese e quella italiana; da dicembre ad oggi, il Compost é stato coinvolto in una difficile opera di mediazione culturale tra le due comunità e Yang spesso si è trovato e si trova a fare da interprete in situazioni reali dove il conflitto e la tensione tra italiani e cinesi sono altissimi: la trasfigurazione teatrale mette in scena una di queste situazioni con un registro tragicomico.
Le foto sono di Ilaria Costanzo