Domenica 22 febbraio (ore 20.15) un grande evento speciale a Odeon Firenze con Franco Battiato che presenterà in sala il suo nuovo film, “Attraverso il Bardo”. Il Bardo del titolo è “Bardo Todol”, il testo più noto della letteratura tibetana: si riferisce a quello stato della mente dopo la morte, quando la coscienza è separata dal corpo. Un viaggio nell’immortalità dell’anima, attraverso il racconto lieve e sensibile di Franco Battiato. Il regista-musicista siciliano, animato da una instancabile curiosità verso nuovi territori artistici, filosofici e spirituali, guida il lettore attraverso le parole di monaci e filosofi, asceti e psicologi della cultura occidentale e orientale.
«Ho iniziato tardi a fare cinema — e mi piace sperimentare, rielaborando quanto ho imparato in una vita da semplice spettatore. Non ho maestri o particolari punti di riferimento nel lavoro di regia, cerco piuttosto di dire qualcosa di nuovo, di metterci del mio». In attesa di tornare sul grande schermo con un film ad alto budget, il film su Haendel ventilato da tempo «ha — come dice Battiato — tutto per poter essere realizzato, sceneggiatura pronta, pure il cast è pronto e non dico chi sono gli attori, perché verba volant, manca soltanto un investimento di un paio di milioni di euro per partire». Nel frattempo gira documentari a low budget: «Attraverso il Bardo è un film su commissione, ho ricevuto la proposta e sono diventato coproduttore del film andando a mettere la quota mancante ai 50 mila euro iniziali messi dal padre delle danzatrice che apre i titoli di inizio».
Non è un film facile per argomento e struttura, una serie di interviste da Occidente a Oriente, di personalità religiose, legate a più dottrine, scienziati e filosofi d’ogni tendenza, sul tema della morte. Filo conduttore il Bardo Thodol, il libro tibetano dei morti. «M’interrogo spesso sul passaggio alla morte. Come sarà, come prepararsi a questo cambio di esistenza. Ed è stato incredibile conoscere il pensiero di molte persone che sull’argomento tentano di rispondere. Tutti dobbiamo passarci, soltanto che non studiamo assolutamente questo passaggio». Battiato non si sente assolutamente tagliato via dalla crisi attuale, lui autore di canzoni militanti e di denuncia, tanto per citarne una come Povera Patria. «No. Tuttavia e a differenza di quanto si possa pensare, in molti seguono questo progetto, giovani e meno giovani. A me interessa la via spirituale, vado avanti per la mia strada». E invece sul rapporto con il mercato, nella musica e nel cinema? «Me ne importa poco». Vale ancora quello che una disse nell’aver voluto regalare qualche soddisfazione al pubblico, dandogli una carezza nel restituire, da La voce del padrone in avanti, un po’ dell’affetto ricevuto. Mentre «nel cinema mi sento più libero di cercare nuove strade senza pensare del risultato al botteghino…».