La chimica del laboratorio accostata all’arte e alla passione per i cocktail. E’ “Apotheke”, il nuovo cocktail bar che ha aperto in via Verdi 17 da questa settimana. Entrando sembra di essere proiettati dentro una farmacia (il nome del locale in greco significa proprio questo) di fine ‘800, con armadi pieni di ampolle, bottiglie e bicchieri.
Si tratta di un nuovo locale ideato dai pistoiesi Emanuele Bugiani e Matteo Cecchi (già gestori della “Fiaschetteria La Pace” nella loro città) dove sperimenteranno cocktail nuovi da proporre alla clientela. “A noi piace bere ottimi cocktail – racconta Emanuele – e volevamo aprire un luogo dove la gente, oltre a poter gustare i classici realizzati con passione, potesse anche trovare delle novità create da noi, per questo abbiamo inventato le “prescrizioni”: una ventina di ricette nate dalla fantasia con ingredienti di nostra realizzazione”.

Ed ecco quindi che nel locale troviamo bottiglioni e ampolle piene di liquori infusi: tequila al peperoncino, vodka all’arancio, vodka alla vaniglia, gin allo zafferano, e tanti altri “ogni prescrizione ha dentro uno di questi ingredienti che rendono il cocktail unico e nuovo”.

Il locale è arredato, come già detto, in “stile” farmacia di un tempo: “un arredo funzionale e bello – commenta Emanuele – senza un vero e proprio bancone, così da permettere al cliente di stare a contatto con la persona che sta facendo il suo cocktail. E’ diviso in due stanze: la prima vede tre armadi ricavati da tre vecchie farmacie di Arezzo, Firenze e Bologna, la seconda invece – con la possibilità di fumare – ha appese ai muri stampe originali provenienti da farmacie del 1500”. Una curiosità: la porta del bagno è stata recuperata da un collegio tedesco del 1800: osservandola si possono notare le linee delle altezze dei bambini.

“Apotheke” è aperto sette giorni su sette dalle ore 17 in poi per tutta la sera e presenta una piccola carta di piatti salati e dolci da accostare ai cocktail.

Residenti e locali. “A Pistoia, dati alla mano – commenta Bugiani – sembrerebbe che in proporzione, la ristorazione in centro e in particolare sulla Sala sia maggiore rispetto al vivaismo come fatturato: quindi le persone che abitano in centro devono in qualche modo capire che dietro a questi esercizi esiste un indotto e persone che lavorano: ovviamente noi continuamente ci confrontiamo con loro per creare una sorta di regolamento per il quieto vivere. Ad esempio ci siamo imposti di chiudere tassativamente tutti alle 2 di notte, mandar via la gente e pulire la strada. Sicuramente ci sarà sempre chi vorrà lamentarsi, comunque”.

Perché spostarsi da Pistoia a Prato? “Siamo venuti alla fine di questa estate e siamo rimasti sorpresi dal giro di persone che ci sono in queste vie. Mi raccontavano di una Prato morta la sera e invece mi sono trovato una situazione che potrebbe fare invidia a La Sala pistoiese tra qualche mese. Secondo me per chi vuole aprire un nuovo locale, il punto di partenza è questo qui a Prato”.

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