“Per la prima volta, anche a Prato i detenuti potranno svolgere lavori socialmente utili. Siamo davvero orgogliosi”. Queste le parole scelte dal sindaco Matteo Biffoni per commentare la convenzione appena firmata con il direttore della Casa circondariale della Dogaia, Vincenzo Tedeschi, sull’inserimento lavorativo di alcuni detenuti del carcere pratese. Si tratta di un accordo che avrà una durata di 2 anni e che coinvolgerà dai 5 ai 10 carcerati, la cui idoneità sarà valutata da un’equipe interna che si baserà su specifici requisiti giuridici. Dovranno infatti sussistere le condizioni per l’ammissione al lavoro esterno, alla semilibertà, all’affidamento in prova al servizio sociale, ai permessi o alle licenze.
“La convenzione sarà attiva da gennaio – ha precisato Biffoni – e finalmente potremo impiegare i detenuti scelti in attività di pulizia strade, manutenzione di verde pubblico, restauro di siti di interesse pubblico o in attività formative per il recupero di lavori artigianali ormai in disuso”. Un lavoro che l’amministrazione comunale pagherà attraverso la borsa lavoro, il cui importo sarà deciso in base al tipo di lavoro e alla sua durata. A gestirla sarà la Sisal – Servizio di inclusione sociale e di accompagnamento al lavoro – che già coordina a livello intercomunale i reinserimenti socio-lavorativi delle persone svantaggiate.
“Ad oggi – ha dichiarato il direttore della casa circondariale – all’interno della nostra struttura ci sono 570 detenuti, circa 100 in meno rispetto allo scorso anno. Di questi, il 45 percento è di nazionalità straniera. Siamo felici di poter attivare questa convenzione che, come prevede la nostra Costituzione, dà una possibilità concreta di reinserimento ai detenuti in cambio di un’azione utile che fa addirittura risparmiare i cittadini”. La Dogaia, intanto, ha già sperimentato con successo la semilibertà e il reinserimento lavorativo: tre carcerati stanno svolgendo servizio all’archivio del tribunale di sorveglianza di Firenze nella sua sede pratese.