14 novembre 2014, Firenze. La curiosità sul nuovo tour dei Fast Animals and Slow Kids è tanta, e anche la voglia di rivederli in concerto dopo aver ascoltato il nuovo album. Sicuramente non sono il solo a pensarlo, visto che entro nel locale solo grazie ad un colpo di fortuna: un ragazzo fuori dall’entrata mi chiede se lo posso liberare di un paio di ticket che aveva acquistato per dei suoi amici che non sarebbero arrivati e io accetto. Non potevo fare scelta migliore: arrivato all’entrata scopro che le prevendite sono infatti sold out e di coloro che si sono presentati neanche 10 persone sono poi riuscite ad entrare. Scampato il pericolo di rimanere fuori, adesso pensiamo al concerto.
Il live parte con “Overture“, che è anche il brano introduttivo di Alaska,l’ultimo disco dei Fask, il quale introduce i presenti a quella che sarà l’atmosfera dell’intero live. Da ora in avanti sarà un continuo sing along fra il frontman del gruppo, Aimone Romizi, ed il pubblico presente nel locale, con il resto della band ad accompagnare in maniera quasi ineccepibile questa performance.
Si continua con “Il mare davanti” e “Combattere l’incertezza”, quest’ultima ripresa da Hybris, il disco precedente, fino a che si arriva alla a “Coperta” e “Troia”, messe così, in apertura, quasi a tradimento, a spiazzarti. Sul ritornello di “Coperta”, che per chi scrive è il miglior pezzo dell’ultimo disco, la voce del pubblico arriva quasi a coprire quella del cantante, tanta è l’enfasi e la voglia di cantare che “non è più inverno per noi ma/dammi un’altra coperta”. Neanche il momento di riprendersi che il riff ti “Troia” spacca in due l’aria del locale, il pogo diventa quasi insostenibile, lo stage diving diventa una pratica comune, in cui Romizi si cimenta per primo. I Fask continuano a presentare i nuovi pezzi, che superano a pieni voti la prova live (anche grazie al carismatico cantante, che sa come far passare in secondo piano la debolezza di “Odio suonare”) e a riproporre i brani più conosciuti come “Maria Antonietta” e “A cosa ci serve”. Su quest’ultimo brano, durante il bis, l’energia sprigionata tocca l’apice, probabilmente il miglior momento del concerto.
Ovviamente non manca “Come reagire al presente”, il primo singolo scelto per presentare il disco e che sembra essere perfetto per essere suonato dal vivo, anche grazie al testo del ritornello che avvicina ancora di più il gruppo ed i fan.
Nella scaletta c’è stato spazio anche per Copernico, ripescata dal primo album “Cavalli”, e apprezzata dai fan della prima ora, ma l’esclusione di “Lei” non passa inosservata fra coloro che stanno assistendo al concerto.
In definitiva, il nuovo album ha, se possibile, aumentato la voglia dei Fast Animals and Slow Kids di stare sul palco e suonare: è impossibile non notare l’energia e la foga che Romizi spende sul palco. Gli altri musicisti non sono certo dei figuranti, anzi: sono molto meno appariscenti del cantante, ma precisi e senza sbavature nell’ eseguire i brani.
La cosa che emerge da questo concerto, rispetto a quelli che ho potuto vedere nel tour precedente, è la maggiore voglia di partecipare da parte del pubblico, con persone che hanno sfidato le temperature stile forno del locale per non abbandonare il posto nelle prime file da cui hanno cantato e pogato per tutto il tempo. Inoltre anche il numero di fan è in aumento: la data di Firenze è stata sold out, così come le precedenti e le due successive. I Fast Animals and Slow Kids si stanno mostrando comunque pronti per un pubblico più grande.