“Sono stata io a mettere le mani sul murales di Blu. E ho avuto il suo permesso”. Ad affermarlo è Laura Smith, 20 anni australiana, studentessa del corso di visual art della Monash University. “Il giallo di Eva” lo avevamo definito assieme ai lettori di Pratosfera: la settimana scorsa sono comparse nel sottopasso del Serraglio delle immagini di donna che ricalcavano il celebre murales di Blu. L’azione di Laura fa parte di “Derivare”, la mostra conclusiva degli studenti di Fine Art e Architettura della Monash che hanno trascorso un periodo di studi a Prato. Partendo da una riflessione sulla propria esperienza nella città e sotto la guida dei docenti Stephen Garrett e Justin Mallia, i 39 studenti hanno dato vita a piccole installazioni site specific, dipinti, disegni, sculture, video, fotografie, rispondendo in modo creativo agli stimoli e trasformandoli in primi progetti sperimentali.
“Tutti i giorni che sono stata a Prato – racconta la ragazza australiana – passavo di fronte a questo murales sull’evoluzione umana e mi sembrava che mancasse qualcosa. Mi aveva colpito un murales del genere in un paese così religioso come l’Italia. Nell’evoluzione di Blu non era stata presa in considerazione la donna però, l’essere umano che dona la vita”.
Laura in tre settimane ha ideato, progettato e realizzato quindi “L’evoluzione di Eva”. Ha ricalcato su carta velina quel che resta delle immagini di Blu, le ha rielaborate in versione femminile su carta e le ha applicate utilizzando acqua e colla.
La ragazza non era a conoscenza del dibattito attorno a questo murales: “sono in Italia da due mesi, non parlo italiano, non sapevo che ci fosse un piano di ristrutturazione o comunque di recupero di quel muro”.
“Ho incontrato Blu”. Un giorno, mentre Laura era a fare il calco di una delle figure nel sottopasso si sente chiamare da un ragazzo che le dice: “dovresti dipingerci sopra, non ricalcarlo. Questo è il mio lavoro, è la mia opera”. Un incontro che ha dell’assurdo ma lo così lo racconta Laura: “ci siamo messi a parlare di quel lavoro, di come si è svolto quando l’ha realizzato e poi ha firmato uno dei miei fogli”. Alla domanda su cosa ne pensi Blu delle condizioni del murales oggi risponde: “mi ha detto che vorrebbe che sopra a questo muro ci fosse fatta una nuova opera”.
Ma era davvero Blu? Blu per casualità davanti al suo murales, a Prato. Un “giallo” si chiude e se ne apre un altro, forse. Alcuni aneddoti che questo personaggio misterioso ha raccontato a Laura, potrebbero far pensare che sia stato proprio lo street artist, di cui pochissimi conoscono la vera identità: “mi ha raccontato come ha realizzato questo murales quando fu chiamato a Prato, nei dettagli”. Si sa solo che il suo nome è Domenico. E si arriva all’autografo: che riporterebbe la firma “Dome” e una citazione in latino sul tempo che passa.
La foto con Blu. La cosa che ci fa dubitare che quello fosse veramente Blu è la facilità con cui uno street artist che per anni ha lavorato per far rimanere la sua identità nell’ombra, si sia fatto una foto assieme alla ragazza. Abbiamo chiesto a varie persone che lo hanno visto in città tanti anni fa e i pareri sono discordanti: c’è chi dice che potrebbe assomigliare lui e altri che escludono categoricamente la cosa. Un mistero a cui non sappiamo dare una risposta: qualcuno che si spaccia per Blu o no?