La nuova stagione della Camerata strumentale Città di Prato ha come soggetto l’abbraccio della musica. A spiegare cosa significa l’abbraccio della musica, ci pensa il direttore artistico della Camerata Alberto Batisti.
“Quando entriamo in una sala da concerto o in un teatro avvertiamo l’abbraccio di un’architettura, di un luogo costruito per offrirci bellezza, emozioni – spiega il direttore artistico Alberto Batisti – “Ci lasciamo contenere insieme agli altri in quell’abbraccio maestoso e accogliente. Poi si abbassano le luci, entra l’Orchestra e si dispone anch’essa in semicerchio, indirizzando a noi un ulteriore abbraccio. Quello che alla vista sembra solo alluso quasi in metafora, si concretizza poi nei suoni che ci circondano, ci avvolgono, ci rapiscono, ora suadenti, ora protervi, ora trionfali, ora intimissimi, ora incantati e sospesi. Sembra una magia, invece è la realtà fisica della musica che ci abbraccia. Ogni appuntamento di una stagione di concerti è un abbraccio che si ripete, ma sempre diverso, modellato nell’espressione e nel linguaggio dei compositori, degli interpreti e di noi stessi, che siamo attori e coautori di quella magia”.
“L’abbraccio è segno tangibile, fisico, di fratellanza, di concordia, di amicizia – aggiunge Batisti – Chi entra in sala da concerto si dispone a questi sentimenti ed esce arricchito, magari inconsapevolmente, di umanità”.
“La musica che suoniamo è stata scritta per noi esseri umani – continua Batisti – In essa si respira il balsamo della consolazione, la carezza alla sofferenza, la felicità del gioco, la battuta di spirito, l’esaltazione febbrile per un’idea di mondo migliore. Non a caso, questa stagione si apre e si chiude con Beethoven. Ci metteremo sulle sue orme, faremo il suo percorso, dal dramma rivoluzionario dell’Eroica giungeremo al giubilo universale di un’umanità fatta di fratelli. «Seid umschlungen, Millionen!», canta Beethoven sulle parole di Schiller nella Nona Sinfonia: «Abbracciatevi, schiere di esseri umani!». Non privatevi di questo abbraccio“.