Un basta fermo e sentito alle guerre, di ogni tipo, di ogni natura è stato gridato ieri a Firenze da 5 mila persone che hanno partecipato a Un passo di pace, presidio-evento indetto dalla Rete della Pace, Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci e Tavolo Interventi Civili di Pace.
Energia e impegno civile, vitalità e grandi sentimenti aleggiavano, palpabili, in una location che lascia senza fiato: piazzale Michelangelo. Un fiume di gente, da Firenze, dai dintorni toscani, ma anche da altre regioni italiane, hanno voluto ricordare che l’articolo 11 della Costituzione italiana “L’Italia ripudia la guerra” non è un optional.
Tra gli altri, sono intervenuti anche il segretario della Cgil Susanna Camusso e il leader di Sel Nichi Vendola, che non si sono fatti scappare l’occasione per ribadire la loro posizione sull’articolo 18. “Se si comincia togliendo diritti è poco credibile far credere di estenderli – ha detto Camusso – Bisogna smetterla di fare una battaglia ideologica come quella che sta facendo il presidente del consiglio”. E poi Vendola: “La cancellazione dell’articolo 18 è la peggiore delle porcherie”. E infine: “Renzi vola nel verso di Berlusconi ed è un grande dolore”.
Non potevano mancare, i volontari di Emergency, capeggiati dalla loro presidente, Cecilia Strada, e il carismatico Padre Alex Zanotelli, che ha rivolto un invito alla Conferenza episcopale italiana (Cei) “affinché parli, con più coraggio, in difesa dei profughi e dei rifugiati, e perché apra le canoniche e i conventi vuoti ai rifugiati”.
Per dare il via alla manifestazione è stata stesa un’immensa bandiera della pace di 15 metri per 30, quindi è seguito un minuto di silenzio per la pace e decine di aeroplanini di carta sono volati dal palco per dire “No agli F35”. Poi via con oltre 30 interventi e tanta buona musica… di pace con Il Ciclista, Maran Ensemble e un duo tutto speciale composto da Luca Lanzi della Casa del Vento e Francesco Moneti dei Modena City Ramblers.
Nel corteo non sono mancate bandiere della Palestina e molte riflessioni sono state fatte in memoria delle vittime di Gaza. Anzi, Susanna Camusso ha incontrato l’ambasciatrice palestinese in Italia, Mai Alkaila, e ha indossato commossa una kefya. Dunque: Gaza, Palestina e Israele, ma anche Ucraina, Siria, Iraq, Libia, Afghanistan, Congo, per non parlare dei confitti di bassa intensità come la Colombia e molti altre situazioni al limite e troppo spesso dimenticate. E la comunità internazionale che fa? Snocciola soluzioni esclusivamente basate su interventi militari, nonostante tutto dimostri che la violenza genera solo violenza.
La manifestazione di Firenze è dunque servita per dare una sveglia al movimento per la pace, che anche se no presente in numeri da mozzare il fiato è stato raggiunto grazie ai social network, che hanno amplificato parecchio l’impatto dell’evento. “Le reti pacifiste si trovano davanti a un bivio: continuare a denunciare in modo generico questa realtà o lavorare per mutare le politiche responsabili della proliferazione delle guerre, per costruire un’alternativa a questo corso della storia?”, ha scritto il Coordinatore Rete Italiana per il Disarmo Francesco Vignarca. “Noi crediamo che serva davvero un Passo di Pace, con una richiesta forte di cambio di rotta alla politica, che deve imparare ad ascoltare le società civili di tutto il mondo, senza affidare alle armi la soluzione dei conflitti”.
“Fare un passo di pace per noi oggi significa investire nella ricerca, nell’educazione, nell’ambiente, nell’economia e nel lavoro, nella giustizia sociale, nella democrazia, nella cultura, nel dialogo, nella difesa civile, nella cooperazione, in funzione della pacifica e plurale convivenza e del governo democratico globale, convertendo le enormi risorse spese per armamenti; a cominciare dall’Italia. Questi sono i nostri passi di pace, verso la nonviolenza”, ha commentato invece Mao Valpiana, presidente del Movimento non violento.
E ancora: “A Firenze, in continuità con l’Arena di Pace e Disarmo, ascoltiamo testimonianze provenienti dai teatri di guerra e le voci di chi si oppone in Europa e nel mondo alle politiche di guerra, per fare assieme questo passo di pace.
Raccoglieremo e lanceremo concrete richieste alla politica: campagne che segnano un cambio di passo nelle proposte per la soluzione politica dei conflitti, per la pace, per i diritti, per la giustizia, per il disarmo e la difesa civile non armata e nonviolenta”. E quindi: “Costruiamo insieme una nuova storia di pace, di libertà, di diritti, di democrazia e di giustizia, diamo vita a un’alleanza civica in Europa e nel Mediterraneo contro le guerre e per il disarmo. Lanciamo da Firenze una piattaforma di richieste e di campagne per un cambio di passo delle politiche dei governi e delle istituzioni internazionali. Alla viltà, al cinismo ed alla violenza vogliamo sostituire l’alternativa del coraggio, della nonviolenza, della disobbedienza civile”
Foto: Sel