A 36 anni dalla rivoluzione di Basaglia, una nuova legge per la salute mentale depositata alla Camera. Primo firmatario della proposta di legge n° 2233, il deputato Ezio Casati (Pd) che venerdì 19 settembre alle 21 la presenterà a Prato in Palazzo Comunale con il sindaco Biffoni. Un incontro voluto dall’associazione Di.a.psi.gra per stimolare il dibattito e offrire occasioni di confronto sui servizi di salute mentale.
“In Italia, si legge nella nota dell’associazione, secondo stime recenti, le persone con malattia mentale grave sono 500.000. Se si tiene conto dei 2 milioni di familiari a loro legati, ci si avvicina a 3 milioni di cittadini che, ogni giorno, devono confrontarsi con questo dramma.
“La proposta di legge 2233 ruota intorno a cardini precisi: valorizzare l’esperienza di utenti e familiari nella cura dei pazienti psichiatrici; rendere i Servizi di salute mentali luoghi più caldi e accoglienti; offrire a chi soffre di disagio psichico un sostegno pronto, adeguato e dignitoso, sempre e in tutta Italia; ridurre i ricoveri in quelle strutture residenziali che assomigliano spesso ai vecchi manicomi e ridurre gli elevati costi che ne conseguono; puntare su fiducia e speranza perché la guarigione passa spesso da questi concetti (e nei Servizi di salute mentale italiani se ne sente la mancanza)”.
“Un’occasione importante per tenere alta l’attenzione anche in città sullo stato dei servizi di salute mentale”, si legge nella nota di Diapsigra. All’incontro con Casati interverranno il sindaco Matteo Biffoni, Renzo De Stefani referente nazionale dell’associazione «Le parole ritrovate», Marco Armellini direttore del Dipartimento salute mentale della Asl 4 di Prato e Camilla Bernacchioni presidente di Di.a.psi.gra Prato.
Dalla legge Basaglia alla nuova proposta
La legge del 13 maggio 1978 è la famosa 180, la legge Basaglia che ha chiuso i manicomi, ha ridato dignità ai malati di mente, ha avviato una profonda rivoluzione nell’assistenza psichiatrica. Dopo 36 anni il bilancio è di un’Italia dove ci sono realtà con buone cure e buone pratiche e realtà (ancora molte) dove malati e familiari non trovano risposte sufficienti e vivono in condizioni di isolamento e di abbandono. E’ proprio qui che vuole incidere la nuova proposta di legge, facendo in modo che tutti i Servizi di salute mentale forniscano cure dignitose, valorizzando in quest’ottica anche l’esperienza di utenti e familiari. Perché, per aiutare chi soffre di disagio psichico, è decisivo coinvolgere il suo mondo, la sua famiglia, i suoi affetti. In Italia, secondo stime recenti, le persone con malattia mentale grave sono 500.000. Se si tiene conto dei 2 milioni di familiari a loro legati, ci si avvicina a 3 milioni di cittadini che, ogni giorno, devono confrontarsi con questo dramma.
La raccolta di firme popolare promossa da «Le parole ritrovate»
L’avventura di questa proposta di legge è iniziata come proposta d’iniziativa popolare promossa dall’associazione nazionale «Le parole ritrovate», che racchiude medici, utenti, familiari, operatori, semplici cittadini. Una proposta di legge che non a caso si era data come nome «181» per marcare la sua continuità con la Legge 180. Sono state raccolte quasi 40.000 firme in tutta Italia (Prato compresa) a partire dal maggio del 2013, fino a quando un gruppo di deputati ha deciso di farsi carico dell’iniziativa, depositando direttamente in Parlamento la proposta.
Per quanto riguarda l’iter parlamentare, si attende la calendarizzazione della discussione nella dodicesima commissione della Camera (Affari sociali e sanità), alla quale seguirà un passaggio anche nella commissione economica e alla conferenza Stato-Regioni, trattandosi di sanità.
Di.a.psi.gra Difesa malati psichici gravi
E’ una associazione nazionale che si propone la difesa delle persone con problemi psichici. La sezione di Prato si è costituita dal 1995 ed è iscritta all’albo nazionale del volontariato. E’ costituita in gran parte da utenti, familiari, genitori e volontari. E’ autogestita e autofinanziata. Il compito dell’associazione è quello di difendere e soprattutto di aiutare l’utente psichiatrico e la sua famiglia, attraverso un’attività di proposta e di stimolo nei confronti dell’amministrazione sanitaria e pubblica. L’obiettivo è migliorare i percorsi di cura e di recupero, attraverso un confronto quotidiano con il Dipartimento Salute Mentale della Asl in sinergia con quelle associazioni del terzo settore che operano nella salute mentale. Negli ultimi anni si sono attivati diversi percorsi formativi per aiutare i familiari alla gestione dei loro problemi.