Vorrei partire dai commenti che ho letto qua e là a proposito del danno all’opera di street art affissa al Bastione delle Forche, nel corso dell’edizione di Prato Contemporanea 2014. L’opera era stata realizzata dall’artista romano Lucamaleonte che aveva raffigurato un corvo che beccava una lattina accartocciata.
Qualcuno ha commentato: “Non capite (o fate finta) che questo è il primo passo per un successo..?” invocando poi una pratica futurista che Warhol si dice abbia ormai definito da 50 anni cioè risse, arresti e atti vandalici con intenti provocatori e di propaganda. Vedo poi citare un Carmelo Bene (che si rivolterebbe nella tomba) che avrebbe detto: “Finalmente è successo qualcosa!”, leggo infine che tutto ciò è stimolamte. Ecco vorrei rispondere a questa persona con un quesito interessante: “Chi ha paura della bellezza? “. Qualche anno fa, proprio a Prato, in un convegno al Museo Pecci, lo psicologo J. Hillman già pose questa domanda e ipotizzò che nel mondo occidentale contemporaneo non è più rimosso l’eros, né la violenza: è rimossa la bellezza.
Quello che purtroppo non si comprende è che la bellezza in arte nasconde qualcosa di più profondo: la sacralità. E se non c’è rispetto per l’arte, che è sacra, allora non c’è rispetto neanche per l’uomo.
Mi rincuora che non tutti la pensino come questa persona, leggo altrettanti commenti di persone amareggiate dall’opera mutilata.
Temo proprio che i “furboni”, e parlo al plurale perchè putroppo per strappare un pannello di 4 x 4,5 metri bisogna essere in più di uno, non siano stati mossi dall’intento di seguire le orme di un filone post futurista ma siano stati mossi dall’ingnoranza o dall’invidia, che è peggio dell’ignoranza, perchè distruggere è più facile che creare.
Tutto questo non solo non è stimolante ma è amaro quanto la fame.