Il Comune di Prato adotta per la prima volta il Documento Unico di Programmazione (2014-2016) con il quale intende “governare” e indirizzare la macchina comunale e anche le sue partecipate (Asm etc), quelle società cioè che offrono dei servizi fondamentali ai cittadini. Prima di entrare nel dettaglio una premessa: l’obbiettivo è contenere i costi, è chiaro, e soprattutto (qui viene il difficile) contenerli mantenendo inalterati i servizi offerti dalle partecipate.
Però, carte e bilanci alla mano il Comune è convinto che una maggior razionalizzazione e un maggior controllo sulle attività delle partecipate si possa arrivare ad un risparmio consistente: 2,5 milioni l’anno.
La domanda: allora si poteva già fare prima? La risposta, più o meno esplicita, è sì, si poteva fare anche prima visto che “negli ultimi anni ci sono stati meno controlli, meno verifiche di quelli che faremo noi” ha detto Faggi.
- Il Comune cercherà di contenere l’aumento automatico dello stipendio dei dipendenti delle partecipate. Che a confronto di quelli dei dipendenti pubblici (congelati) sono “superiori di circa 6 o 7mila euro” ha spiegato il vicesindaco. I dipendenti delle partecipate hanno contratti privati ma lavorano per aziende interamente o quasi interamente pubbliche. Il Comune in questo modo cerca di risparmiare il più possibile sul costo del personale e sulla spesa corrente.
- In futuro, non vengono esclusi accorpamenti tra uffici per snellire la macchina burocratica.
- Via auto blu e altri benefit per i dirigenti delle partecipate.
- Sponsorizzazioni delle partecipate. Quelle superiori a 5mila euro dovranno essere approvate dal Comune. Cioè il Comune vuole controllare meglio come le partecipate spendono i loro soldi.
- Non è prevista, almeno per il momento, la chiusura di alcuna partecipata del Comune. In prospettiva però, ha confermato Faggi, si potrebbe anche pensare ad “una logica fusione tra Asm Servizi e Consiag Servizi”. Stessa cosa, per esempio, potrebbe succedere per Centro di Scienze Naturali e Museo di Scienze Planetarie.
- I dirigenti in carica termineranno il loro mandato.
- Verranno studiate linee guida per ciascuna delle aziende partecipate del Comune.
- “Noi ci aspettiamo che i vertici delle aziende partecipate recepiscano i nostri indirizzi e li facciano propri, volendo anche prima della loro approvazione in consiglio comunale il prossimo 18 settembre”. Cioè, nessuna perdita di tempo, grazie.
- “I vertici delle partecipate del Comune sono competenti e si sono subito messi a disposizione – ha aggiunto Faggi – Se le nostre indicazioni verranno recepite tutto andrà per il meglio, in caso contrario il sindaco farà le proprie valutazioni per il bene della città”. Discorso legato alla possibilità di rimuovere i dirigenti delle partecipate che non sposino gli indirizzi. Volendo, insomma, ci si può dimettere.