Pacchetto Scuola: la giunta pratese ha approvato gli indirizzi regionali per l’assegnazione alle famiglie disagiate del contributo a sostegno delle spese scolastiche dei figli. I requisiti sono rimasti i medesimi dello scorso anno, fra tutte la soglia Isee, che non deve superare il limite di 15mila euro. Stessa politica adottata da tutti i Comuni della provincia.
Per i residenti a Prato la domanda dovrà essere presentata dal 3 al 28 novembre, ma il bando sarà divulgato in maniera capillare nel mese di ottobre, in modo da permettere alle famiglie di prenderne atto e usufruirne. Verrà pubblicato sul sito del Comune e verrà distribuito in formato cartaceo nelle scuole, nelle circoscrizioni, all’Urp e nella sede del Servizio Pubblica Istruzione. Per chi non riuscisse a compilare da solo la domanda, basta rivolgersi a uno dei Caaf-Centro Servizi Convenzionati, che poi penserà anche a inoltrare la domanda al Comune. I termini cambiano da zona a zona, dunque è necessario rivolgersi all’ufficio scuola dell’Amministrazione di residenza o semplicemente consultare i relativi siti internet.
Se comunque, come annunciato nel comunicato, i requisiti sono i medesimi dello scorso anno, sono presto detti: prima cosa occorre che l’alunno sia residente nel Comune, che frequenti elementari, medie e superiori statali o paritarie, che non abbia più di 20 anni e, importantissimo, bisogna che sia stato promosso. Sì perché se la famiglia avesse ottenuto l’aiuto economico anche nell’anno che ha portato alla bocciatura, si cancella il diritto a ottenerlo di nuovo. Come dire, si premiano gli studenti virtuosi. Per coloro che frequentano gli ultimi tre anni delle superiori, infatti, la promozione è addirittura requisito inderogabile.
Buone notizie anche per chi ha figli più piccoli. Sì perché oltre al contributo comunale – che spetta soltanto a chi iscrive i bambini in scuole pubbliche o a chi, solo dopo non esser rientrato nel pubblico, è costretto a rivolgersi al privato (ragionamento che non vale per realtà come Carmignano che non ha asili nidi comunali) – le famiglie possono appellarsi al voucher della Regione. La giunta Toscana ha approvato, anche quest’anno, un apposito avviso pubblico finalizzato alla realizzazione di “Progetti di conciliazione vita familiare – vita lavorativa” partendo dall’assegnazione di buoni servizio che rimborsano in parte le spese sostenute per iscrivere i piccini dai 3 ai 36 mesi ai servizi educativi pubblici o privati accreditati e convenzionati con le amministrazioni comunali, singolarmente o in forma associata. Si tratta di una somma finanziata dalla Regione Toscana e dall’Unione Europea finalizzato a migliorare l’accesso e la permanenza delle donne nel mercato del lavoro.
Le madri dei bambini che sono interessate all’iscrizione dei propri figli a un nido, uno spazio gioco, un centro Bambini e famiglie, o un servizio educativo in contesto domiciliare può dunque presentare domanda al proprio Comune, e quindi partecipare alla formazione di una graduatoria per l’erogazione di contributi che possono arrivare anche fino a 250 euro mensili.
Ma non è finita qua. Per promuovere e sostenere la frequenza delle scuole dell’infanzia, ossia le materne, da parte dei bambini dai 3 ai 6 anni, siano esse strutture paritarie, private o comunali, la Regione ha previsto dei buoni scuola a parziale o totale copertura delle spese sostenute per la frequenza. Condizione sine qua non, in questo caso, è un Isee che non superi i 30mila euro annui. Per saperne di più, conultare i siti del Comune di appartenenza.
Foto dell’Istituto Comprensivo Alessandro Magno, Roma