Eros Ossani è stufo. Il proprietario del cinema Eden non ne può più dei discorsi sul destino degli altri cinema pratesi e del mancato interesse della politica per il cinema in generale.

Secondo lui è inutile girarci intorno: i cinema pratesi chiudono o chiuderanno tutti, tranne il suo. “Perchè la sala cinematografica è un luogo di aggregazione, un servizio alla collettività – spiega – e chi non riesce a capirlo e non investe su questo aspetto, è destinato a fallire”.

Pratosfera ha raccolto lo sfogo di un imprenditore che da 30 anni sceglie i film da far vedere ai pratesi e al contrario di tutti gli altri, continua a farlo con successo. E che adesso ha un piano per il futuro chiamato “Excelsior” e altri progetti tutti da scoprire.

La questione “Borsi”

cinema 06Si parte dalla vicenda del Borsi, Ossani racconta la sua versione della storia.
“Se il Borsi non è inserito nel bando regionale per la digitalizzazione un motivo c’è e adesso dubito davvero possa riaprire – racconta Ossani – nel gennaio di quest’anno, dopo due o tre anni che mi interessavo, mi sono incontrato con Gianni Rossi e Irene Sanesi (rispettivamente responsabile comunicazione ed economo della Diocesi) per fare una proposta precisa. Ci trovammo d’accordo: io mi sarei impegnato a installare il digitale, mi sarei accollato metà delle spese per il l’impianto di riscaldamento, mi dissi disponibile anche a cambiare le poltrone e mi sarei occupato della programmazione che, almeno nella mia idea, prevedeva anche una programmazione mirata per bambini e famiglie. Loro si sarebbero dovuti accollare i consumi di acqua e luce e a fine anno, poi, dei profitti avremmo fatto a metà. Qualche mese dopo, Rossi venne da me per dirmi che aveva ricevuto un’offerta da un altro soggetto, che gli avrebbe pagato un affitto. Io, dopo tutto quello che ero intenzionato a fare, sinceramente mi sono rifiutato di pagare anche un affitto. Non solo, per Pasqua consigliai di interrompere la chiusura con la proiezione di un film per un fine settimana (Rio 2), perché so che se lasci un cinema chiuso per sei mesi, poi te le devi vedere con la commissione. Niente. Così adesso, per riaprire, il Borsi dovrà mettersi in regola con tutte le normative approvate di recente in termini di impianti e sicurezza. Centinaia di migliaia di euro”.

Il cinema e il servizio per la collettività

cinema 05Ossani racconta che questo tipo di dinamica non è nuova a Prato e nel mondo delle sale cinematografiche. In passato ha provato con altre sale, il risultato è sempre stato lo stesso. “Se io, proprietario di una sala cinematografica che ogni anno richiama tra le 50 e le 60mila persone vengo a chiederti il Borsi, dovresti essere contento. Invece no. Ma la stessa cosa è successa per un’altra sala che va male, il Terminale. Gli presentai un progetto: datemi il Terminale per tot anni dissi, ci faccio due piccole sale e pago il noleggio dei film. La riposta fu: e te quanto ci dai? Il problema è che qui nessuno, da chi gestisce le sale cinematografiche alla politica, si rende conto di cosa è diventato il cinema dagli anni ’70 ad oggi. Io faccio questo lavoro da 30 anni e sono stato anche molto fortunato, ma alla fine degli anni ’90 mi sono anche reso conto che il cinema non è più di chi ci va con il giornale intellettuale di turno sotto al braccio. E che soprattutto non esiste uno spettatore di serie A, perché magari guarda Pasolini, e uno di serie B perché gli piace Terence Hill. Quando le persone si mettono a sedere sulla poltroncina, sono tutte uguali. Il cinema è diventato un luogo di aggregazione, e non mi si venga a dire che l’Eden lo è perché fa una programmazione commerciale: io faccio film di qualità e basta; se poi vogliamo scendere sul tecnico, lo scorso anno più del 90% delle giornate di programmazione hanno riguardato film d’essai. Non solo. Quando parlo di servizio alla collettività, e al contrario di quelli di altri, sono servizi messi in piedi senza contributi pubblici – negli anni saranno stati un paio i contributi e tutti per singoli progetti – parlo di iniziative come quella messa in piedi per i mondiali: la gente veniva a vedere le partite gratuitamente. La sala è sempre stata piena. Sono queste le cose che danno soddisfazione, ho ancora i brividi se ci ripenso”.

La meritocrazia e politica

Io penso che per sopravvivere, le sale cinematografiche pratesi avrebbero dovuto collaborare, darsi una mano – spiega Ossani – invece mi sono reso conto che è una guerra e che tutti cercano di fregarti. Ora mi sono stufato. Anche per questo farò ricorso nel bando per la gestione del Castello dell’Imperatore. Il bando per la gestione è stato vinto dal Terminale, secondo è arrivato il Mabuse con il Borsi e terzo l’Eden. La vittoria è arrivata perché, tra le altre cose, nella proposta erano inseriti servizi che poi però non sono stati offerti. Una su tutte, l’apertura anticipata alle 19,30 e alcune iniziative legate agli aperitivi. Sono andato personalmente tutte le sere a vedere. Se vinco il ricorso, con il Borsi chiuso, la gestione spetterà all’Eden. Che poi non mi spiego perché i finanziamenti pubblici siano andati sempre ai soliti cinema, ci vorrebbe un po’ di meritocrazia anche in queste cose. Ma la politica, il Comune, raramente si è fatto vivo da queste parti, per questo forse non si rendono conto di cosa si può fare con il cinema in termini di aggregazione e di riqualificazione del centro storico. Io spero che dal Comune vengano a chiedere a noi, a me e agli altri esercenti di successo del centro, consigli su come riportare la gente in centro. Apriamo una discussione, confrontiamoci. Potrebbe venirne fuori qualche buona idea”.

L’Excelsior

E’ il grande progetto di Ossani: riportare il cinema nella grande sala dell’Excelsior. “Sto provando ad acquistare l’Excelsior, che adesso appartiene alle banche. La prima e seconda asta sono andate deserte, un due o tre anni, l’immobile ha perso valore per un milione di euro. Non riescono a venderlo perché vincolato dalle belle arti. Anche Zara s’è arresa alla fine: l’immobile deve avere finalità legate alla cultura e al cinema. Così io voglio provare a comprarlo. Voglio fare due piccole sale cinematografiche e trasformare la gallerie in una sala espositiva. Spero di riuscirci”.

L’aperitivo al cinema

Il prossimo progetto del cinema Eden mira a portare al cinema la gente anche prima dell’inizio del film. Ossani lo spiega bene: “Abbiamo trovato 8 artisti pratesi che per otto lunedì di fila realizzeranno un quadro sul cinema. Se il quadro sarà, per esempio, una locandina o una scena di un film di Fellini, allora l’apericena sarà a base di cibo romagnolo e dopo, incluso nel prezzo, ci sarà la visione di un film in programmazione. Alla fine, gli otto quadri saranno messi all’asta e se riusciremo a venderli il ricavato verrà dato in beneficenza”.