Il cinema Borsi riaprirà? Forse, ma la strada sembra essere molto in salita per ora. L’ultima proiezione all’interno della sala d’Essai di via San Fabiano è avvenuta lo scorso 16 dicembre, il film era “Baci rubati”, nella rassegna dedicata a François Truffaut organizzata dal Cineclub Mabuse. Da quella sera, le porte del Borsi sono rimaste chiuse.
Il motivo? L’installazione di un proiettore digitale, diventato obbligatorio per le sale cinematografiche italiane a causa di una vera e propria “estinzione” della pellicola, e alcuni “lavori all’impianto di riscaldamento”, come raccontava monsignor Vittorio Aiazzi al Tirreno, allora responsabile del cinema di proprietà della diocesi di Prato.
Già pochi giorni dopo la chiusura, mentre chi aveva lavorato per anni come Mabuse all’interno dello spazio raccontava a Pratosfera l’importanza di quel cinema per la città, la curia di Prato nella figura di Gianni Rossi, responsabile della comunicazione della diocesi, si impegnava a studiare nuove strade possibili per rilanciare il Borsi: “passerà l’inverno” si leggeva nell’articolo del Tirreno.
L’inverno è passato, anche la primavera, ma in piena estate arriva l’ennesima stangata per il futuro del cinema, forse un nuovo appiglio in cui tanto speravano nel palazzo vescovile: l’esclusione per il bando di finanziamento da parte della Regione per la digitalizzazione dei cinema toscani. Nella graduatoria compare solo un cinema pratese: l’Eden, nella figura del suo proprietario Eros Ossani, che si aggiudica il finanziamento anche per il cinema Nazionale di Quarrata, passato nelle sue mani da pochi mesi. A dare la notizia stamattina ancora il Tirreno. “Abbiamo presentato già ricorso contro l’esclusione della Regione”, dichiara Gianni Rossi sulle pagine del giornale pratese. L’esito si dovrebbe sapere in tutto il mese di settembre.
La proposta rifiutata dell’Eden. Ossani una proposta l’aveva fatta per prendere in gestione il Borsi. Proposta poi rifiutata, e forse è anche comprensibile il motivo, pur non riscontrando conferme: data la storica natura culturale e “d’Essai” del cinema Borsi, non si è voluto rischiare che la si perdesse dando in gestione la sala ad un di un cinema prettamente commerciale. Ovviamente oggi Ossani ammette “Magari al posto del cinema di Quarrata dove ho montato il digitale in graduatoria ci sarebbe il “Borsi” riaperto”.
Cosa succede adesso? Irene Sanesi, economo della Diocesi fa sapere: “Stiamo valutando assieme a tecnici quanto sarebbe il costo della riapertura del Borsi, che comprenderebbe oltre alla digitalizzazione anche lavori all’impiantistica, le uscite di sicurezza e altri interventi”, insomma riassumendo: ad oggi, anche se avesse il proiettore digitale, il Borsi non sarebbe ancora a norma per potere riaprire, e non si tratterebbe certo, come si può capire, solo di alcuni “lavori all’impianto di riscaldamento”. “Già dalla prossima settimana – racconta Sanesi – apriremo un tavolo di confronto in Diocesi sulle possibilità di riapertura e su chi potranno essere gli eventuali futuri gestori per poter continuare così a tenere aperto un pezzo di storia del centro storico di Prato”.
Ancora, in conclusione, seppur a rilento, non è detta la parola “Fine” su questo film tutto pratese dal titolo “Cinema Borsi”. Sperando in qualche colpo di scena.