Alle spalle dell’assessore Alessi, nel suo ufficio di piazza Mercatale, ci sono alcuni faldoni azzurri disposti in bell’ordine. Portano nomi come “Partecipate”, “Asm – servizi” o “Frazioni”. Trentotto anni, Filippo Alessi è l’assessore alla mobilità e all’ambiente del Comune di Prato e racconta a ruota libera cosa significhi fare l’assessore a Prato nel 2014, i progetti cui sta lavorando e gli interventi in programma nei prossimi mesi. Con una convinzione precisa: non esiste il politico che risolve i problemi tutti e subito, esiste solo il politico che si mette al fianco della gente per aiutarla a vivere meglio.
Assessore Alessi, i primi cento giorni della giunta Biffoni scadranno tra poco più di un mese.
“Ecco, questo discorso sui cento giorni è veramente sbagliato. Le persone pretendono politici giovani, quindi non esperti ma che risolvano lo stesso i problemi tutti e subito. Però noi non siamo qui per fare i fenomeni, e io non sono certo il signor Wolf, siamo qui per metterci dalla parte della gente: far capire alle persone cosa si può fare e non si può fare con la massima trasparenza e sincerità possibile, far capire loro in che periodo storico viviamo”.
Allora: cosa potete fare per i pratesi in questo periodo storico?
“Questo è un momento difficile, vista anche la salute del bilancio, e c’è bisogno di una nuova mentalità. Io faccio parte di una generazione abituata a non far troppo conto sui soldi, e questa mentalità me la porto dietro. Quindi dobbiamo cercare di ottenere il massimo con le poche risorse a disposizione ed è’ quello che stiamo facendo in molti ambiti. Siamo in un periodo in cui dobbiamo chiederci cosa riusciamo a fare in questa città oltre a garantire al meglio l’ordinaria amministrazione. “.
Che poi sono l’ex ospedale e il soccorso suppongo.
“Certo, perché vogliamo cambiare Prato. Nei prossimi mesi sapremo tempi e costi dei progetti legati al nodo del Soccorso e all’ex ospedale. Questi due progetti sono in grado di cambiare non solo l’aspetto della città ma anche la vita futura dei pratesi. Non sono cose da poco: servono e serviranno per farci entrare finalmente in una mentalità in una dimensione che stentiamo a riconoscere, quella che è Prato è una grande città”.
Torniamo all’ordinario.
“Partiamo dalla mobilità alternativa, cui tengo molto per un sacco di motivi. Oltre al potenziamento delle ciclabili di cui ci stiamo occupando, nel cortile del Comune in piazza Mercatale con accesso però da via Tintori, nascerà nei prossimi mesi un deposito custodito per biciclette e una ciclofficina che con ogni probabilità permetterà l’inserimento lavorativo anche di alcuni portatori di handicap. Ci sarà un piccolo deposito per circa 40 biciclette. Per usufruirne, i pratesi dovranno pagare un piccolo abbonamento annuale che gli permetterà di avere il proprio posto bicicletta in centro. Accanto al deposito, la ciclofficina: un luogo dove si ripareranno le biciclette e si forniranno altri servizi legati alle due ruote. Chiaramente ci sarà un bando. E tra le altre cose appronteremo anche un sito internet dedicato con tutti i percorsi ciclabili e i servizi legati alle due ruote”.
Lì dietro c’è un faldone sulle frazioni
“Negli ultimi mesi siamo andati in giro per le frazioni, abbiamo ascoltato i residenti, spiegato cosa si può fare e cosa non si può fare, stilato elenchi di interventi possibili. Il giro completo delle frazioni non è terminato ma i primi interventi sono stati individuati e li stiamo programmando: sono il rifacimento della piazza di Iolo, la sistemazione dei lampioni e dei giardini di Capezzana, l’asfaltatura del parcheggio sterrato a Narnali. Piccoli, a volte piccolissimi interventi ma che hanno il potere di cambiare la qualità della vita di chi vive lì intorno. Un’altra cosa importante, ma che mi rendo conto ha meno appeal di altre cose, è il piano sistematico delle potature. Non gli interventi d’emergenza che si fanno sempre, proprio la sistemazione di tutte e 27mila le piante che ci sono a Prato. Per curarne la prima parte abbiamo destinato circa 200mila euro, circa un terzo della spesa necessaria. L’ultima potatura sistematica è stata fatta dieci anni fa, nel 2004”.
Cambiamo argomento. Il Settembre Pratese è alle porte e quindi anche le modifiche alla viabilità di piazza Mercatale. Ultimamente sono comparse sui giornali alcune proposte: il vecchio progetto del parcheggio sotterraneo e anche l’idea di farci un parco vero e proprio. Che ne pensa?
“Le problematiche di piazza Mercatale sono note: non è altro che una tangenziale aggiunta a quelle già esistenti e un grande parcheggio. Ha tutte le caratteristiche di un luogo di passaggio, marginale insomma, ed è per questo che secondo me attira prostituzione e degrado. Credo che dovremo avere la forza di riaprire un percorso partecipativo con le persone, tornare cioè a confrontarci sulle soluzioni possibili, per poi cambiare davvero”.
Tornare cioè a parlare veramente anche del parcheggio sotterraneo?
“Perché no? Lasciamo stare per un attimo il giardino e tutte le sue implicazioni e parliamo del resto della piazza. Cosa possiamo farci? Come la possiamo sistemare e contemporaneamente risolvere i problemi della viabilità? Il parcheggio sotterraneo potrebbe essere un’idea, insieme anche ad una diversa sistemazione dei dehors, per esempio. Razionalizzare gli spazi all’aperto di ciascun locale impedendo per esempio che chi pranza o cena o beve abbia i parafanghi delle auto a trenta centimetri dalla schiena. Nessuno vuol togliere i parcheggi, ma organizzare meglio la vita di chi frequenta i locali sì. Così come vogliamo uniformare in modo sensato l’estetica dei dehors come succede in tutte le città europee. In questo caso non si tratta di dettagli, ma di provvedimenti mirati che migliorano da tutti i punti di vista un luogo. In piazza Mercatale e anche in altre strade”.
Tipo via Santa Margherita…
“Anche, ma lì il discorso è più difficile. Il progetto è quello di renderla più sana in due anni al massimo. Inutile girarci intorno, i palliativi non servono a niente. Per cambiare davvero la situazione del traffico serve un progetto serio e il progetto serio c’è, ci stiamo lavorando”.
Mi faccia qualche altro esempio allora.
“Tipo il Macrolotto zero e il lavoro che questa giunta sta facendo in quella zona. Negli ultimi due mesi abbiamo parlato con alcuni proprietari di capannoni e di altri spazi e li abbiamo messi in contatto con associazioni, artisti e professionisti che stanno cercando uno spazio per sé o da condividere con altri. La situazione del Macrolotto zero la conoscono tutti. Per risolverla non bastano i controlli. Milone, con la politica dei controlli, non ha colpe in questo senso. Semmai la sua unica colpa è stata quella di aver pensato una soluzione che in realtà non lo è. La soluzione è “diluire” la presenza di certe attività in quella zona e al tempo stesso riqualificarla. Quindi il discorso è questo: se i proprietari dei capannoni accettano affitti meno rischiosi per loro, a settembre partiranno i controlli, il Comune si preoccuperà di riqualificargli il quartiere intorno con tutta una serie di interventi che vanno dalle panchine alle rastrelliere per le biciclette. E a questo proposito stiamo studiando la possibilità di adottare un regolamento che permetta ai cittadini di intervenire direttamente sul bene pubblico. Lo hanno fatto a Bologna e sembra funzionare. Poche regole chiare che permetteranno l’intervento diretto dei cittadini su alcuni casi, uno dei quali potrebbe essere quello, per esempio, di riverniciare i muri ricoperti di scritte o stickers senza dover chiedere il permesso al Comune”.
Ultima domanda. C’è un progetto che sogna di realizzare perché lo reputa decisivo per il futuro di Prato?
“Sì, la tramvia. Faccio un esempio: il nuovo museo Pecci piace moltissimo, stiamo ricevendo tante richieste di soggetti che vorrebbero farci sfilate e altri tipi di eventi. Questo non vuol dire che daremo il consenso. Vuol dire che se riusciamo a portare la tramvia al Pecci, perché è lì che dovrebbe arrivare, e quindi metterci davvero in collegamento continuo con Firenze, per noi sarà fatta. Sotto tanti punti di vista”.