“E’ un momento di estrema difficoltà – esordisce il presidente della Provincia di Prato Lamberto Gestri – Da una parte la gestione della trasformazione, con i decreti applicativi rimandati da luglio a settembre e le decisioni su competenze e funzioni tutte da prendere, dall’altra le enormi difficoltà del fuoco incrociato di tagli e patto di stabilità. Rispetto alla scorsa legislatura le risorse della Provincia sono state quasi dimezzate, a danno del territorio e dei cittadini. Stiamo cercando di portare avanti investimenti e servizi in ogni modo. Ieri abbiamo pubblicato il bando per la vendita di palazzo Novellucci, una scelta dolorosa, ma necessaria per garantire gli impegni presi”. Quasi quattro milioni d’euro. Il termine per presentare istanza di partecipazione all’asta è il prossimo 10 settembre.
“Molte Province si ritrovano in default perché il Governo ha attuato un taglio orizzontale che ha le private di una quantità incredibile di risorse – ha spiegato Gestri – Noi stiamo meglio, ma per garantire il mantenimento dei nostri servizi è importante riuscire a vendere i nostri immobili il prima possibile. Entro ottobre”.
La trasformazione delle Province non può certo considerarsi un automatismo, anzi richiede un consapevole impegno degli amministratori che dovranno affrontare alcuni nodi principali: la composizione degli organi, l’attribuzione delle funzioni, la conseguente definizione delle strutture amministrative. Per la riforma delle Province e delle Città metropolitane (legge n. 56/2014) la fase di attuazione si è appena aperta con una circolare del Ministero dell’interno (1 luglio 2014 n. 32) e intanto Anci e Upi nazionali il 18 giugno scorso hanno firmato un’intesa impegnandosi a garantire collaborazione e integrazione tra Comuni e Province e dando indicazioni di massima, ma puntuali, sui nodi più importanti del riordino.
Secondo la legge 56 le Province del futuro manterrano delle funzioni fondamentali:
- Il PTC e la tutela e la valorizzazione dell’ambiente.
- La pianificazione dei trasporti in ambito provinciale e l’autorizzazione e il controllo in materia di trasporto privato.
- La costruzione e la gestione delle strade provinciali e la regolazione della viabilità su di esse.
- La programmazione della rete scolastica e l’edilizia scolastica.
Le nuove funzioni invece saranno:
- Raccolta e elaborazione dati.
- Assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali.
- Controllo fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e Pari opportunità.
- Predisposizione di documenti di gara, ruolo di stazione appaltante, monitoraggio dei contratti di servizio e organizzazione di concorsi (d’intesa con i Comuni).
- L’esercizio di tutte le funzioni oggi impropriamente demandate a società e consorzi in particolare per i servizi a rilevanza economica (sono le partecipate e si tratta del supporto tecnico alle partecipate in termini di strumenti informatici, ha spiegato Gestri ndr)
“Se la trasformazione delle Province riesce e quindi si troverà il modo di razionalizzare tutto quanto, allora non ci saranno problemi – ha aggiuto Gestri – ma se alcune funzioni delle Province verranno demandate alla Regione, il risultato potrebbe essere di un vero e proprio allontanamento delle istituzioni dai cittadini. Sto pensando per esempio a tutto il lavoro svolto dalla Provincia in ambito di formazione e lavoro: la funzione degli uffici e dei centri di raccolta dati è fondamentale, smantellarla o anche solo pensare ad una gestione della Regione mi fa sorgere qualche preoccupazione. Anche perché in questi uffici ci lavorano molte persone”.
Elezioni
“Le incertezze sulla data delle elezioni ci costringono a costituire l’ufficio elettorale e andare avanti con i tempi previsti dalla legge attualmente vigente che stabilisce come termine per le elezioni il 30 settembre – spiega il segretario della Provincia Massimo Migani – La data di ottobre (il 12) è solo ufficiosa e se non venisse convertita in legge ci troveremo improvvisamente fuori tempo massimo”.
Il Governo ha mancato l’appuntamento dell’8 luglio, data annunciata per la pubblicazione delle norme applicative rimandate a settembre e la conferenza unificata Stato-Regioni non si è ancora espressa sulle funzioni provinciali oggetto del riordino da attribuire ai vari livelli di governo e sulle competenze. Dovranno essere stabiliti anche i criteri per individuare beni e risorse finanziarie, umane, strumentali e organizzative connesse all’esercizio delle funzioni da trasferire. Entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge, il termine sarebbe quindi l’8 ottobre 2014, la Regione provvede a dare attuazione al riordino per la parte di sua competenza.
Le tappe per l’elezione di nuovi presidente e consigli provinciali. Data per buona la data ufficiosa del 12 ottobre, la tabella di marcia prevede entro il 2 settembre la convocazione dei comizi elettorali, fra il 21 e il 22 settembre la presentazione delle candidature a presidente della Provincia (sottoscritte da almeno il 15% degli aventi diritto al voto) e delle liste con i candidati per il Consiglio provinciale (sottoscritte da almeno il 5% degli elettori). Poi, a controlli avvenuti, pubblicazione sul sito della Provincia. Le elezioni si svolgono domenica 12 ottobre e nei giorni successivi ci sarà la proclamazione dei risultati. L’ufficio elettorale è costituito dalla Provincia e vi prendono parte dirigenti, funzionari e altri dipendenti dell’ente.
Il presidente della Provincia dura in carica 4 anni. Sono eleggibili i sindaci della Provincia il cui mandato scada non prima di diciotto mesi dalla data di svolgimento delle elezioni. Solo per le prime elezioni sono eleggibili i consiglieri provinciali uscenti. Il corpo elettorale è formato dai sindaci dei Comuni della provincia e dai Consiglieri dei Comuni della provincia. Ciascun elettore vota per un solo candidato alla carica di presidente della provincia. Il voto è ponderato ed è eletto il candidato che consegue il maggior numero di voti sulla base della ponderazione. In caso di parità di voti è eletto il candidato più giovane. Il presidente della Provincia decade dalla carica in caso di cessazione dalla carica di sindaco.
Il consiglio provinciale invece dura in carica 2 anni. Prato rientra tra gli enti con popolazione fino a 300 mila abitanti e quindi il Consiglio è composto dal presidente e da 10 componenti. Il Consiglio provinciale è eletto dai sindaci e dai Consiglieri comunali dei Comuni della Provincia. Sono eleggibili a Consigliere provinciale i sindaci comunali in carica, i consiglieri comunali in carica. Solo per le prime elezioni sono eleggibili i Consiglieri provinciali uscenti. Ciascun elettore esprime un solo voto per uno dei candidati, che viene ponderato. Sono eletti i candidati che conseguono la maggiore cifra individuale ponderata. A parità di cifra individuale ponderata, è proclamato eletto il candidato appartenente al sesso meno rappresentato tra gli eletti, se ancora in parità il più giovane. La cessazione dalla carica di Consigliere comunale o sindaco comporta la decadenza da consigliere provinciale.