Raccontano i commercianti della zona che via Santa Margherita s’è svuotata di colpo oggi pomeriggio, appena cessato di piovere intorno alle 17,30. Di fronte al negozio-deposito gestito da cittadini nigeriani sono spariti quasi tutti tranne le biciclette, abbandonate una dietro l’altra contro il muro lungo il marciapiede. La polizia è arrivata con un pulmino, raccontano, e dal negozio ha prelevato cinque, sei persone. Così, poco dopo, in via Santa Margherita risuonavano solo le voci concitate dei pochi affiliati rimasti, il rumore del traffico perenne e il borbottìo incredulo e impaurito di una frotta di tossici fermi all’incrocio col Canto alle Tre Gore.
E’ il primo colpo di questo genere messo a segno dalla polizia in quella che è la centrale dello spaccio nel centro storico di Prato. Quella per cui arrivano tossici da tutta la Toscana e quella che garantisce la loro permanenza nei dintorni, con tutte le conseguenze del caso. Lo sanno bene i residenti della strada, che nel giro di qualche anno hanno dovuto conciliare l’aumento del traffico a quello dello spaccio, alla luce del sole, dalla mattina alla sera come dei normali impiegati con orario stabilito, mansioni precise, forti e consapevoli di aver trovato il posto giusto per fare affari.
Impiegati dello spaccio.
Nell’ultimo anno e mezzo, i residenti di via Santa Margherita li hanno visti arrivare di prima mattina, da via San Giorgio o da piazza Mercatale, a piedi o in bicicletta. Come qualsiasi altro titolare di bottega che inaugura un nuovo giorno tirando su il bandone e spera che le cose gli vadano bene, magari sempre meglio. Un gruppo di persone vestite di abiti colorati, alcuni con cuffie da studenti universitari, quasi tutti con un cellulare in mano e con una bicicletta al fianco. Passando in auto, sono potuti sembrare a lungo un gruppo di amici o di connazionali che si ritrovano per bere una birra e fare due chiacchiere proprio lì, sul marciapiede di Santa Margherita. Solo che ben presto gli abitanti della strada si sono accorti anche di un’altra cosa: il loro marciapiede è diventato meta di pellegrinaggio da parte di tossici noti, meno noti e anche di completi sconosciuti provenienti da mezza Toscana. Così le cose si sono complicate un poco: sono partiti i primi esposti dei residenti su traffico e spaccio e sono comparse le prime proteste sui giornali. Ma in Santa Margherita le cose sono andate avanti come sempre, solo con qualche precauzione in più.
Traffico e droga.
Pensandoci bene, non esiste strada migliore di via Santa Margherita. Almeno per chi ha bisogno di essere raggiunto velocemente e con facilità. La stazione al Serraglio a cento metri è una certezza di cui abbiamo già parlato ma è stato con la chiusura di via Tintori al traffico e il conseguente dirottamento di tutte le linee dei bus in Santa Margherita che il fenomeno, da qualsiasi punto lo si guardi, ha assunto dimensioni troppo grandi per passare inosservato a chiunque. Così, via Santa Margherita è diventata l’unica, vera arteria per l’attraversamento di una parte di città, pur rimanendo una strada densamente popolata in centro storico. Una strada perfetta, talmente stretta che puoi guardare negli occhi tutti quelli che in auto ti sfilano davanti a passo d’uomo e raggiungerli qualche metro più avanti dove si sono fermati ad aspettarti; una strada dove puoi riconoscere chi scende dai quasi 400 autobus giornalieri, farti loro incontro e come due vecchi amici abbracciarsi per tornare subito dopo al tuo posto, oppure una strada che per la sua stessa conformazione, ti permette di riconoscere pure un gesto, un cenno laggiù quasi in piazza Mercatale, costringendoti così a prendere la bicicletta.
Esposti e proteste.
Gli abitanti di via Santa Margherita non sono stati con le mani in mano. Ad un certo punto, nel 2012, hanno deciso di fare un esposto, protocollato il 4 luglio di quell’anno. Vi si legge: “Con la chiusura delle attività al canto alle tre gore e via Pier Cironi, siamo a denunciare che in via Santa Margherita, presso le due ultime attività rimaste aperte, gestite da nigeriani, c’è stato un aumento del degrado urbano, ormai insostenibile, perché provocato dalla presenta di spacciatori e consumatori abituali di alcool e mescita al dettaglio. Questo lo scenario cui assistiamo: di consueto quasi tutti i giorni si può assistere a attività di spaccio svolto da soggetti vestiti con abiti di un certo costo, e quasi sempre con la presenza di marsupi monospalla. Il tutto al passaggio di residenti, negozianti e cittadini, senza alcun timore visto il posto stretto e altamente trafficato, i punti di aggregazione, di spaccio e vendita di alcool al bicchiere sono i locali siti in via Santa Margherita 14, 17, 18. La zona è frequentata da soggetti che a dorso nudo in alcuni casi orinano nelle strade, intasando il marciapiede […], il viavai verso le griglie delle acque piovane testimonia la mancanza di impianti igienici adeguati e vengono usate a mo’ di lavabo per le normali esigenze fisiologiche di bambini piccole […]. I residenti chiedono un intervento urgente da parte delle autorità di pubblica sicurezza […]. Seguono una quarantina di firme.
Nel febbraio dello scorso anno, il Comune, con un’ordinanza, vieta nella zona tra via Pier Cironi, Canto alle Tre Gore e via Santa Margherita la vendita, anche per asporto, e la mescita di alcolici. Un provvedimento che cambia poche cose, se non nulla.
Tutto fermo fino allo scorso tre luglio quando, in una protesta pacifica e non priva di senso dell’umorismo, una dozzina di residenti di via Santa Margherita si mettono in piedi lungo il marciapiede all’incrocio col Canto alle Tre Gore e così facendo bloccano il traffico della strada perché, dimostrano, gli autobus sono costretti a salire sul marciapiede per svoltare in Santa Margherita.
Di lì ad una settimana, ecco infine il primo confronto pubblico con il nuovo sindaco Matteo Biffoni. Sotto la pioggia, più di un centinaio di residenti del triangolo dello spaccio ha raccontato le proprie disavventure e preteso cambiamenti rapidi. Il sindaco rimandò tutti a settembre.
Nel frattempo, mentre il “fortino del buco” è stato smantellato e l’accesso chiuso col ferro sparpagliando i tossici in giro per il centro, una 87enne residente in via Santa Margherita ha pensato bene di scacciare a modo suo gli spacciatori da sotto la finestra: rovesciandogli acqua in testa. Appena la settimana scorsa.
Che l’operazione di oggi sia finalmente il segnale di un cambiamento vero in via Santa Margherita, Canto alle Tre Gore e via Pier Cironi?