Quale posto migliore dell’ex chiesina di San Giovanni – esempio magistrale di spazio recuperato e riconsegnato al mondo della cultura grazie all’impegno della Fonderia Cultart – per parlare della necessità di ridare forza e valore alla creatività, all’intelletto, alla fantasia e al talento? Ed è infatti qui che ieri sera si è svolto uno degli incontri più interessanti dell’estate pratese, anzi per dirla tutta fra i più interessanti degli ultimi anni a Prato: il sindaco Matteo Biffoni ha accettato l’invito di Pratosfera e Fonderia Cultart e ha incontrato a tu per tu Manuel Agnelli, storico leader degli Afterhours, affermata rock band italiana, nonché scrittore e produttore discografico. A moderare, il giornalista Lorenzo Tempestini. Il risultato? Esilarante.
Agnelli, reduce dal successo di una delle sue idee più brillanti, ossia il Festival Hai Paura del buio? non ha perso occasione di sottolineare come sia fondamentale per il futuro della Cultura in Italia “concentrare e dove possibile mischiare tutte le arti espressive e anche quelle inespressive. Questo festival è un modo per prendere posizione sullo stato della cultura e creare un significativo punto di riferimento. Allo stesso tempo, è un’occasione per stimolare la comunicazione e l’interazione tra diverse espressioni artistiche e generare un positivo fermento culturale e artistico”. Secondo il leader rock la cultura è il futuro dell’Italia: non solo la cultura intesa come artistica, ma anche intesa come ricerca scientifica, medica, tecnologica. “E non dobbiamo dimenticare che gli artisti, noi artisti siamo eccellenza e dobbiamo porci come tali agli altri. Girando nel resto d’Europa ho realizzato come i nostri colleghi credano in sé, sulle loro idee, qui invece i musicisti non si prendono sul serio, non si riconoscono come professionisti. Quindi non ci lamentiamo se siamo bistrattati. Per cambiare l’atteggiamento degli altri occorre prima lavorare sui noi stessi, unirci, creare consapevolezza, quindi rappresentanza, un associazione di categoria che possa parlare per noi e poi lottare per migliorare leggi e regole”.
Dallo scorso anno, comunque, ossia dalla nascita del Festival di contaminazione, ammette che le cose sono cambiate. “Oggi – spiega il rocker – anche attraverso il nostro lavoro, musicisti, promoter, tecnici quantomeno si muovono per cambiare la situazione. Abbiamo organizzato incontri e tavoli di discussione per parlare con le istituzioni della nostra situazione e della nostra professione. Certo non pretendevamo di cambiare le cose alla radice con un solo Festival, ma siamo riusciti nell’intento di fare una bella cosa che desse linfa agli artisti e interloquisse, da pari a pari, con le autorità”. Ed è proprio in veste di autorità che lo scorso anno Biffoni ha toccato con mano il festival e appreso le intenzioni di Agnelli and Co. Allora era infatti un deputato. “E’ stata un’esperienza importante, che mi ha confermato come la forza culturale di questo Paese non venga utilizzata – ha commentato il sindaco -. Siamo circondati da una fame atavica di spazi culturali e questo testimonia che la gente ha tante cose da dire, da comunicare. È espressione di un paese che vuole esprimersi. E questa è una benzina strepitosa. Sia a Roma sia a livello locale la cultura va sostenuta in quanto valore reale. Dobbiamo cercare di restare a fianco degli eventi culturali e mai dimenticare di quanto i confronti come questo di stasera facciano bene al Paese”.
Il progetto Williamsburg. E sulla questione della ricerca spasmodica di spazi dove fare cultura Manuel fa l’esempio di New York e del quartiere di Williamsburg che da ghetto malfamato si è trasformato nel quartiere più cool della City, proprio grazie alla cultura alternativa che si è diffusa a macchia d’olio sconfiggendo a colpi di teatro, di musica e iniziative anche la delinquenza più incallita, solamente concedendo agevolazioni a chi ha voluto investire sul progetto, per tutta una serie di norme riguardanti sicurezza, agibilità, etc. “E in molti posti è accaduto anche qui, a Milano per esempio – spiega -. Penso ai Navigli o a Lambrate. Questo testimonia che la creatività ha un valore”. E da qui la sua intenzione, concreta e sempre più vicina alla realizzazione, di creare – grazie all’unione degli artisti italiani – una proposta di legge capace di legittimare il ruolo dell’artista e permettere una maggiore facilità nell’organizzazione degli eventi per riqualificare zone a rischio o dimenticate delle città. Questo senza prescindere dalla collaborazione con gli enti locali il cui sostegno sarebbe fondamentale per cambiare le cose: partendo proprio dai comuni, che potrebbero, attraverso specifiche deroghe, creare già delle piccole realtà di questo progetto che porta la firma di Manuel Agnelli. Palla lanciata a Biffoni che l’ha raccolta con entusiasmo.
Così come si è divertito Manuel a indossare per un momento i panni dell’assessore alla cultura. “Se ti chiedessi di fare l’assessore alla cultura di una città in cosa investiresti?” ha chiesto Tempestini. “Investirei nello slegare le mani alla gente permettendo loro di lavorare. Slegherei le mani a operatori e imprenditori culturali, perché con questa burocrazia non si va. Sono certo che se gli imprenditori potessero lavorare in modo più semplice avremmo risultati tangibili”. Affermazione che ha dato il là a Biffoni per una battuta che fa capire quanto, comunque, il nuovo sindaco sostenga questa posizione: “Se Mangani non ha preso appunti lo caccio seduta stante”. E una risata è sorta fragorosa con tanto di occhi puntati sul reale assessore alla cultura di Prato, Simone Mangani, seduto in platea.
“E qualche consiglio da dare al sindaco sui festival culturali?”, ha quindi incalzato Lorenzo.
“Nessun consiglio al sindaco. La sua città la conosce bene, solo una precisazione: Le cose funzionano se sono belle e se sono ben promosse”. E a questo punto Matteo ha precisato quanto tenga a uno dei festival che ritiene fra i più promettenti del ventaglio pratese: “Un Prato di libri”, quello dedicato alla letteratura per ragazzi. “La lettura, la formazione culturale dei piccini e delle loro famiglie è fondamentale”. Quindi preannuncia l’idea di un Festival di musica contemporanea, che dia spazio agli artisti emergenti, alle nuove performance. “Proveremo a realizzarlo e a realizzarlo bene. Non sarà facile, ma ce la metteremo tutta, anche perché come già detto in altre occasioni, potrebbe portare non poche risorse economiche sul territorio”.
Quindi alcune domande dal pubblico su come rimediare alla mancanza di fondi destinati alla cultura, dove spesso gli operatori sono quando va bene malpagati, su come bypassare l’eterna questione degli “amici degli amici” e dei lavori dati solo alle caste, e su quando la burocrazia rovini l’Italia.
Domande a cui risponde immediatamente Biffoni. “La burocrazia è la Questione. Sempre. Ma alla fine la burocrazia siamo noi amministratori e siamo noi a dover iniziare a combatterla. Non deve comunque essere un deterrente, una scusa per non fare le cose. Di certo qui a Prato ci stiamo muovendo affinché le procedure abbiano tempi certi e meno beghe”. E sulle caste? “Farò di tutto affinché sia il merito a venir premiato”. Quindi Manuel ha ribadito come la battaglia culturale deve nascere da chi fa cultura, in modo che cambiando il comportamento e dimostrando chi si è, si cambi anche la mentalità della gente. “Spesso il lavoro artistico viene fatto viene svilito dal pubblico che non lo sceglie perché ha altre priorità. Magari sceglie di comprare un giocattolo, l’ennesimo, al figlio invece di portarlo a un concerto o a teatro. È il fatto di dare un valore alle cose. Per questo dico che dobbiamo autolegittimarci. Noi operatori culturali, artisti, dobbiamo considerarci una categoria che deve proporsi alla gente e farsi riconoscere. Vogliamo le mani slegate e faremo i fuochi d’artificio. E per farci ascoltare non ci resta che creare pressione e ci sentiranno”.
E alla domanda finale dal pubblico: “Cosa consigli a un giovane musicista”, il rocker ribatte: “Cambia lavoro – poi sorride e dice – Scherzo naturalmente. Perché è chiaro che se lo fai è perché non hai altra scelta, perché ne hai necessità e continuerai a farlo. Lo farai comunque. L’unico suggerimento è di fare rete, cerca gente come te, che la pensano come te, e tessi una rete, perché sarà più facile organizzare eventi, scambi e confronti. Organizzatevi. Organizziamoci”.
Della serata è stato realizzato uno streaming video che è seguito da molte persone. Nei prossimi giorni su youtube sarà possibile riguardare per intero l’incontro.